Sabato - Gv 11,45-56
Quando la fede manca e viene colpevolmente rigettata anche la ragione si oscura: dopo la risurrezione di Lazzaro i nemici di Cristo tengono consiglio, riuniscono il sinedrio. Non per riflettere serenamente sui segni che egli va operando sotto i loro occhi, ma per lanciare un allarme: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Queste sono le deduzioni che essi sanno trarre da un evento prodigioso! Temono che tutti crederanno in Lui e questi prodigi e questa fede sarà la causa di una totale disfatta nazionale. Ancora ai nostri giorni molti ritengono che il così detto ordine scandito dalle leggi umane verrebbe turbato e sconvolto dalla fede e dalla religiosità liberamente espressa. La trama contro Cristo è diventata innumerevoli volte motivo di persecuzione per i suoi seguaci. Sono ancora tanti coloro che, come il sommo sacerdote Càifa, propongono ed attuano l’assurda e drastica soluzione: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Ecco come si tenta di far prevalere il bene presunto degli uomini su quello autentico di Dio, ecco come viene conculcata e repressa la libertà religiosa e i diritti fondamentali e sacrosanti di ogni essere vivente. Per nostra fortuna i nemici di Cristo, i nemici della fede e della libertà non sanno che dopo quella prima assurda condanna sancita da un iniquo giudizio, ogni morte diventa un sacrificio di espiazione e il sangue versato dai martiri è il seme fecondo che continuamente purifica e vivifica la Chiesa del Signore. Dopo ogni persecuzione la Chiesa ne è uscita più splendente che mai e coloro che pensavano di chiudere in un silenzio di morte prima Cristo e poi i suoi fedeli, hanno dovuto ogni volta sperimentare il prodigio della risurrezione e di una vita nuova. Pare che una folla innumerevole sosti ancora presso un sepolcro, immaginando una fine lugubre e un triste venerdì in cui muore Dio e con lui tutti coloro che credono il lui e delusi e illusi che lo seguono; non hanno la pazienza di attendere il terzo giorno e gustare la gioia della risurrezione. Forse ciò accade perché non vedono per le strade del mondo dei cristiani risorti! Monaci Benedettini Silvestrini.
Per un confronto personale. Padri Carmelitani
• Cosa significa per me, concretamente, credere nella risurrezione?
• Parte della gente accettò Gesù, e parte no. Oggi parte della gente accetta il rinnovamento della Chiesa e parte no. E tu?
Vedendo la bellissima collana, come in un sogno ammirai, soprattutto, il filo che univa le pietre e si immolava anonimo, perché tutte formassero una unità.
RispondiEliminaHèlder Camara
Tutti siamo nati col peccato: tutti, vivendo, aggiungiamo qualcosa a ciò che eravamo quando siamo nati […]. Dove saremmo noi, se non fosse venuto colui che non aveva peccato, per assolvere ogni peccato? In quanto non credevano a lui, i giudei giustamente si sentirono dire: «Morrete nel vostro peccato». Vi è impossibile essere senza peccato, dato che col peccato siete nati: ma tuttavia - egli dice in sostanza - se in me crederete pur essendo nati nel peccato, non morrete nel vostro peccato.
RispondiEliminaS. Agostino
Sfidare sistemi corrotti è costoso doloroso, richiede tempo disciplina e coraggio. Può esigere che noi confrontiamo ciò che è fuori binario riguardo ai nostri governi, sistemi religiosi, posti di lavoro o rapporti familiari. Certo esigerà che noi ci esaminiamo e cerchiamo di corregger ciò che fuori binario in noi stessi.
RispondiEliminaMargaret Silf
Uno non deve mai amarsi al punto da evitare ogni possibile rischio di morte che la storia gli pone davanti. Chi cerca in tutti i modi di evitare un simile pericolo, ha già perso la propria vita.
RispondiEliminaOscar Romero
Cristo è comunione. Non è venuto sulla terra per creare una religione in più, ma per offrire a tutti una comunione in lui.
RispondiEliminaFrère Roger di Taizé
Nel nascondimento e nel silenzio si compie l'opera della redenzione. Nel silenzioso colloquio del cuore con Dio si preparano le pietre vive, con le quali cresce il Regno di Dio, e si forgiano gli strumenti scelti che cooperano alla sua edificazione.
RispondiEliminaEdith Stein
Quando l'unità passa, lascia una sola orma: il Cristo. Ma per costruire l'unità è necessario cedere tutto; senza amare oltre ogni misura, senza perdere il giudizio proprio, senza perdere la propria volontà, i propri desideri, non saremo mai uno!
RispondiEliminaChiara Lubich
Formate un solo coro, prendendo tutti la nota da Dio. Tendendo alla piena unità concertate nella più stretta concordia per inneggiare con una voce sola al Padre per mezzo di Gesù Cristo. Egli vi ascolterà e, dalle vostre opere, riconoscerà che siete voi il canto del suo Figlio. Anche se dovete soffrire restate nell'unità più indiscussa; così sarete sempre uniti a Dio.
RispondiEliminaIgnazio di Antiochia (II secolo)