Lunedì - Gv 4,43-54
Accogliere Cristo nella fede è il segno inequivocabile di una vera religiosità. Questa non si identifica però nella ricerca di segni e di prodigi, non si limita ad una gioia superficiale e momentanea, ma induce ad una vera conversione del cuore, ad una adesione piena ed incondizionata del suo messaggio. Anche il miracolo che oggi l’evangelista Giovanni ci racconta ha lo scopo di suscitare la vera fede. La guarigione prodigiosa, operata “a distanza”, a favore del figlio di un funzionario del re, raggiunge pienamente lo scopo. Non solo il malato guarisce, ma prima nel padre e poi in tutta la sua famiglia si accende la luce della fede. Gesù ancora oggi ci ammonisce: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Solo la cecità spirituale, che annebbia la luce della fede ci impedisce di «vedere» e di credere. Sicuramente non mancano i segni e i prodigi, manca ancora la limpidezza dello sguardo dell’anima che direttamente ci immerge nel mondo di Dio. Tanti fattori concorrono ad annuvolare il nostro sguardo: l’informazione martella dentro di noi l’apparente trionfo del male sul bene. Vengono narrati e spettacolarizzati gli eventi negativi e taciuto tutto il bene che silenziosamente viene operato in ogni parte del mondo. Ci acceca anche l’eccessiva fiducia che riponiamo nelle nostre risorse umane, che quasi distoglie dalla fede in Dio e dalla umile preghiera a Lui. I funzionari di oggi più che cercare Gesù e attendersi da Lui la guarigione del figlio, preferiscono ricorrere innanzitutto ai luminari della scienza. Possiamo aggiungere, su questa scia, che tanti papà e tante mamme, vedendo i loro figli «malati» anche gravemente, o non si accorgono del loro stato, o si affannano in strane ricerche, ma raramente ricorrono con vera fiducia al vero Medico dei corpi e delle anime. Dobbiamo sempre ricordarci che la lampada della fede va alimentata ogni giorno con l’olio delle buone opere e soprattutto con il fervore della preghiera assidua. Monaci Benedettini Silvestrini
Per un confronto personale. Padri Carmelitani
• Come vivi la tua fede? Hai fiducia nella parola di Gesù o solo credi ai miracoli ed alle esperienze sensibili?
• Gesù accoglie le persone eretiche e straniere. Ed io, come mi relaziono con le persone?
Tutto deve ancora avvenire nella pienezza: storia è profezia sempre imperfetta.
RispondiEliminaDavid Maria Turoldo
La morte ci spossessa totalmente di noi stessi, per metterci nelle mani delle potenze del cielo e della terra. Questo è l’aspetto estremo del suo terrore… ma per il mistico è anche il colmo della sua beatitudine.
RispondiEliminaP. Telhard de Chardin
La fede è meglio, per te, che una nave sul mare. Questa infatti è retta dai remi, tuttavia i flutti la possono far affondare; ma la tua fede non affonda mai, se la tua volontà non lo vuole.
RispondiEliminaS.Efrem il Siro
Conserviamoci santi ed esemplari nella fede che abbiamo accettato, per poter supplicare con confidenza Dio, il quale ci ha detto: Mentre ancora tu stai parlando, io ti dirò: eccomi! Questa espressione scritturistica è una grande promessa, perché in essa il Signore si dichiara più pronto lui a dare che l'uomo a chiedere.
RispondiEliminaS. Clemente
Per ora camminiamo nella fiducia e nella speranza. Il nostro pellegrinaggio è simbolo del nostro essere creati per riposare in Dio soltanto.
RispondiEliminaCard. Martini
L'inizio, l'origine di ogni cosa è la misericordia di Dio e la misericordia di Dio è la fine, il futuro di ogni cosa.
RispondiEliminaFaustina Kowalska
La fiducia del cuore non consiste nel vedere dappertutto prodigi (come se essa detenesse un potere magico) ma dipende dal conoscere sempre più in profondità Gesù. Egli è la trasparenza di Dio-Amore.
RispondiEliminaFrère Roger di Taizé