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La Vera Vite

Spirito Santo

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Corpus Domini

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Nel Corpo e nel Sangue di Gesù

Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.



Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy


Maria SS. di Montevergine

Maria SS. di Montevergine
Maria SS. di Montevergine

Ti seguitò Signore - Mons.Mario Frisina

giovedì 4 marzo 2010

Riflessioni....Risonanze....Scorriamo la II Settimana di Quaresima

Giovedì - Lc 16,19-31
Se la pagina del vangelo di oggi si fosse limitata a descriverci soltanto la situazione iniziale dell’uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e che ogni giorno banchettava lautamente, ignaro del povero mendicante Lazzaro, coperto di piaghe, fuori della sua porta, bramoso di sfamarsi delle briciole che cadevano dalla sua mensa e poi fossimo stati invitati a scegliere noi la sorte dell’uno o dell’altro, sicuramente avremmo preferito la ricchezza e il benessere alla miseria estrema del povero mendicante. Il Signore però ci trasferisce in una dimensione ultraterrena, dove i criteri di giudizio non sono più quelli umani, ma scanditi da Dio stesso. Qui i ruoli si invertono: il povero Lazzaro è stato ritenuto degno di un premio eterno con Abramo e tutti i giusti. Il ricco, sazio dei suoi beni e delle sue ricchezze, di cui ha goduto egoisticamente nella vita terrena, si è privato colpevolmente di quelle, promesse da Dio in cielo per l’eternità. Fra i due c’è ormai un abisso e le grida e le richieste del dannato non possono essere accolte da Abramo perché egli per primo, quando era in vita, non ha voluto ascoltare i gemiti del povero Lazzaro. La mancanza di amore genera distanze incolmabili. Il ricco, pur tra i tormenti, conserva un briciolo di pietà verso i cinque fratelli che, ancora nel mondo, stanno vivendo dissolutamente come lui è vissuto. Sostiene che «se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno». Quando la fede è spenta, l’amore è affogato nell’egoismo e tutte le speranze sono riposte nei beni di questo mondo «non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti». La conversione a Dio e al suo volere non è mai frutto di paura, sgorga dalla grazia, è dono dello Spirito. Anche gli apostoli avevano sentito parlare dallo stesso Cristo di risurrezione, eppure non capivano e non smettevano le loro errate convinzioni. Fin quando il nostro spirito rimane invasato dalla cupidigia, dominato dai falsi idoli, chiuso nella morsa dell’egoismo, l’amore vero e santificante dell’unico Dio non trova spazio. Si rimane legati al tempo e alle cose e la stessa risurrezione non ci convince. Monaci Benedettini Silvestrini
Per un confronto personale
• Come trattiamo noi i poveri? Hanno un nome per noi? Negli atteggiamenti che assumo nella vita, sono come Lazzaro o come il ricco?
• Entrando in contatto con noi, i poveri percepiscono qualcosa di diverso? Percepiscono una Buona Novella? Ed io, verso quale lato inclino il mio cuore: verso il miracolo o verso la Parola di Dio?

7 commenti:

  1. Una cosa Gesù mi chiede: che mi appoggi a lui; che in lui e solo in lui io ponga la mia completa fiducia; che mi abbandoni a lui senza riserve. Anche quando tutto va male e mi sento come una nave senza bussola, mi devo dare completamente a lui.
    Madre Teresa di Calcutta

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  2. Un’acqua viva mormora dentro di me e mi dice: «Vieni al Padre».
    S. Ignazio di Antiochia

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  3. Colui che si volge al sole ne è illuminato, così colui che si volge a Dio nel profondo del cuore, apre gli occhi e la luce lo illuminerà.
    Esichio di Batos

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  4. Come a simboleggiare la nostra vita, questa pianta anzitutto infigge le radici vitali nel terreno e poi – essendo per sua natura flessibile e caduca – quasi con braccia e con viticci stringe ogni sostegno che raggiunge, su di esso si erge e si innalza. Ad essa assomiglia il popolo della Chiesa, che è piantato con la radice della fede, fatto crescere con la propaggine dell'umiltà.
    S. Ambrogio di Milano

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  5. Dio, che in passato ci mostrò l'impotenza della nostra natura per raggiungere la vita, e nel presente ci mostra il Salvatore che è in grado di salvare tutti, vuole che noi – per queste due prove - ci fidiamo della sua bontà, e lo riteniamo nostro sostentatore, padre, maestro, consigliere, medico; nostra luce, nostra mente, nostro onore e gloria, nostra forza, nostra vita, sicurezza per il cibo e il vestito.
    Discorso a Diogneto

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  6. L'unico senso della vita è di essere un tempo in cui fare esperienza della nostra capacità di essere fratelli. Per essere caritatevoli, non basta dare, occorre essere stati feriti dalla ferita degli altri.
    Abbé Pierre

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  7. La nostra fede è simile a un grembo reso fecondo dalla potenza della Parola di Dio che a sua volta partecipa della potenza di Dio non appena questa Parola è accolta in un abbandono totale.
    André Louf

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