Mercoledì - Gv 8,31-42
"Quale Dio potrà liberarvi dalle mie mani?". Una sarcastica sfida che viene a provocare i tre coraggiosi giovani che si trovano a dover scegliere tra la fedeltà a Dio e la vita. Una sfida che, in termini diversi, viene a riproporsi in ogni tempo.Cambiano gli idoli, ma la sollecitazione a inginocchiarsi dinanzi ad essi continua a insinuarsi suadente.Chi in un modo, chi in un altro, tutti ci si deve confrontare con essi e prendere posizione. Sono i momenti in cui la fede viene sottoposta a verifica e ne può uscire purificata e rafforzata.La certezza che Dio può intervenire e liberare dalle strettoie in cui ci incastrano le situazioni, può dare la forza di andare avanti, ancorandoci alla fede. Ed è già un punto di arrivo. Ma i tre giovani lasciano intravedere qualcosa di più: in loro non c'è solo fiducia piena nel provvido e onnipotente amore di Dio che può sottrarli alla morte, ma adesione totale a Lui, posto al di sopra della loro stessa vita. La loro fede non ha bisogno di miracoli per sostenersi: Dio non è per loro un rassicurante rifugio. Anche in assenza di interventi prodigiosi, essi restano saldi nella loro adesione a Lui.È la maturità della fede, di cui, oggi più che mai, si avverte il bisogno. È la testimonianza di chi alle insinuazioni sarcastiche di chi sfodera spavaldamente il proprio agnosticismo, oppone la saldezza della propria fede.In questo tempo di quaresima, porrò anch'io la mia fede a verifica chiedendomi se essa è ricerca di un rassicurante rifugio o adesione incondizionata a Dio.
Donami, Signore, una fede autentica, capace di affrontare le vicissitudini della vita nel segno di una certezza di fondo: il cantiere della storia, in cui sono ingaggiato a lavorare, è nelle mani di Uno che sa il fatto suo e tutto guida verso la realizzazione di uno stupendo progetto di amore. Eremo San BiagioPer un confronto personale. Padri Carmelitani
• Libertà che si sottomette totalmente al Padre. Esiste qualcosa di questo tipo in te? Conosci persone così?•
Qual è l'esperienza più profonda in me che mi spinge a riconoscere Gesù come mandato da Dio?
Gli uomini, si perdono tanto in parole che non possono comprendere il silenzio di Dio. Non lasciarti lacerare dai dubbi dell'oggi e del domani. Vivi sempre e appena l'oggi di Dio".
RispondiEliminaHèlder Camara
Abbi fede e la tua fede ti ricompenserà sempre di più, prima che tu te ne accorga.
RispondiEliminaDi Jill Cooper
Eterno Padre, che hai mandato il tuo divin Figlio Gesù sulla terra, / concedimi la grazia di conoscere le tue tenerezze / e di lasciarmi coprire da esse, / per vivere secondo la Tua volontà.
RispondiEliminaO Gesù, tenerezza del Padre, / che sei venuto sulla terra per effondere sugli uomini la tua meravigliosa tenerezza, concedimi la grazia di lasciarmi invadere dal tuo amore, per vivere nella speranza dell'eterna salvezza. O Spirito Santo, accendi nel mio cuore una scintilla del tuo Amore tenerissimo, che procede dal Padre e dal Figlio, per gustarne l'ineffabile dolcezza ed essere docile alle tue divine ispirazioni.
Itala Mela
Nel mondo moderno, ci sentiamo perdenti. Ma l'avventura della speranza ci porta oltre. Un giorno ho trovato scritto su un calendario queste parole: «Il mondo è di chi lo ama e sa meglio dargliene la prova». Quanto sono vere queste parole! Nel cuore di ogni persona c'è un'infinita sete d'amore e noi, con quell'amore che Dio ha effuso nei nostri cuori, possiamo saziarla.
RispondiEliminaFrançois Xavier Nguyen van Thu'n
Il Cristo vivente è la ragione della mia esistenza e di tutte le mie scelte...Dalla Parola noi siamo continuamente risvegliati per cogliere i segno della risurrezione in noi e tra noi.
RispondiEliminaCard. Carlo Maria Martini
Gesù Cristo è la Parola di Dio, l'Assoluta Verità. Egli ci porta la buona notizia che siamo amati da Dio. Noi possiamo accogliere Dio come Padre e gli altri come fratelli; ci sentiamo liberi dalla solitudine e dall'ossessione del successo ad ogni costo. La vera libertà non è quella dell'affermazione egoistica di sé, ma quella di amare.
RispondiEliminaDal "Catechismo degli adulti"
Potrò già oggi ricordare quel processo: contemplare in esso la "parola" di Gesù che si fa "silenzio", la "verità" che si fa "condanna dell'innocente", agnello senza macchia immolato per noi; contemplare quel "dirsi" di Gesù che si fa un "darsi a me", un consegnarsi nelle mie mani, per insegnarmi la libertà dell'amore. Potrò verbalizzare dicendo: "Nel tuo donarti a me, Signore, è la mia libertà". Eremo San Biagio
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