Mercoledì - Mt 26,14-25
“Gli fissarono trenta monete d’argento.”
Matteo registra questo particolare evocativo di altri significativi passi biblici, orientando così in una lettura più approfondita del triste episodio.È per venti sicli d’argento che Giuseppe è venduto schiavo dai fratelli: il mercanteggiato, allora, è l’intimo, l’amico, colui che ha voluto abolire ogni distanza per farsi nostro fratello. Si percepisce l’amarezza espressa anche nel Salmo: “Anche l’amico in cui confidavo, che con me divideva il pane, contro di me alza il piede” (41,10).E ancora, il profeta Zaccaria annota che trenta sicli d’argento vengono pesati quale paga per il pastore buono, figura di YHWH che si prende cura del suo popolo. Una nota, amaramente ironica, sottolinea il gesto: “Porta al fonditore questa grandiosa somma con cui sono stato valutato!” (Zc 11,13), cioè il prezzo di uno schiavo.L’uomo svende così il suo Dio! No, non è Giuda: è l’uomo di ieri e di oggi. Sono io! Mi ripugna ammetterlo, forse mi ribello. Eppure ogni volta che lascio spazio ai miei comodi, a ciò che più mi conviene, alle mie tendenze sregolate, ogni volta che metto avanti a Dio il mammona del denaro, del successo, del piacere, dell’ego, io ‘svendo Dio’. Lo valuto quanto uno schiavo.Il vangelo della passione non può essere letto con un atteggiamento lacrimevole nei riguardi di Gesù e di indignazione nei riguardi di Giuda. Sono io che sono chiamato in causa. Io che mi devo interrogare su quanto vale per me il Signore. Io che devo convertire il mio cuore lasciando risuonare in me quell’accorato: “Amico!” con cui Gesù mi raggiunge nell’ora del Getzemani.È la via obbligata da percorrere perché la resurrezione abbia senso per me, perché anch’io risorga, nuova creatura segnata dal trionfo dell’amore.Oggi, nella mia pausa contemplativa, lascio che quei trenta denari mi brucino tra le mani. È il prezzo del mio accomodarmi nella mediocrità e nel compromesso. Ma non cedo allo scoraggiamento: mi apro anzi con gioia ad accogliere quel richiamo: “amico!” che mi risuona dentro..Grazie, Gesù, perché continui ad offrirmi la tua amicizia, a chiamarmi amico, dandomi la possibilità di riprendere la strada dell’amore e dell’intimità con te. Eremo San Biagio
Per un confronto personale. Padri Carmelitani
• Sono capace di essere come Giuda e di negare e tradire Dio, Gesù, gli amici e le amiche?
• Nella Settimana Santa è importante riservarmi qualche momento per rendermi conto dell'incredibile gratuità dell'amore di Dio per me.
Purtroppo la storia dell’umanità fino al tempo presente è soprattutto la storia dell’adorazione degli idoli, dai primitivi idoli di argilla e di legno, fino ai moderni idoli dello Stato, del capo, della produzione e del consumo, santificati dalle benedizioni di un Dio idolizzato
RispondiEliminaE. Fromm
La cena non è soltanto l'ultimo annuncio della passione, l'ultima occasione per Gesù di affermare che egli sa che cosa sta per accadergli e ne conosce il significato: è una realtà che Gesù stesso ha voluto porre per dare il senso da lui voluto alla morte che lo attende.
RispondiEliminaJ. Guillet
Il tesoro nascosto nel campo della Bibbia è il fatto che la si legga; è lo zappare mille volte in questo libro che, senza che si sappia e talvolta senza che ce se n'accorga, ci trasforma, ci modella, ci fa crescere a misura del nostro ASCOLTO.
RispondiEliminaD. Attinger
Dinanzi agli abbassamenti del Verbo, il nostro povero intelletto si smarrisce e altro non sa fare che abbassarsi e adorare.
RispondiEliminaMadre Maria Candida dell'Eucaristia
L'ascolto è il centro della preghiera perché l'ascolto è amore: è infatti attesa di Dio, attesa della sua luce, volontà di rispondere a Lui.
RispondiEliminaAndrea Gasparino
Come si può dubitare che Dio darà ai suoi fedeli la sua eterna vita, quando per loro Egli non ha esitato a dare la sua morte?
RispondiEliminaS. Agostino