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La Vera Vite

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Corpus Domini

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Nel Corpo e nel Sangue di Gesù

Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.



Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy


Maria SS. di Montevergine

Maria SS. di Montevergine
Maria SS. di Montevergine

Ti seguitò Signore - Mons.Mario Frisina

venerdì 12 agosto 2011

Venerdì della XIX Settimana del Tempo Ordinario

Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».
Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?».
Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio».
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».
Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». Mt 19,3-12

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«Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso». Di due cose parla Gesù: del matrimonio e del celibato.
Per l’uno e per l’altro egli disegna una possibilità nuova. Non rende l’uno più facile dell’altro, ma delinea per ambedue una prospettiva piena, più grande. Sposarsi significherà d’ora in avanti entrare nell’inizio voluto da Dio, quando creò l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza. Nell’amore coniugale deve trasparire il mistero di amore in cui Dio stesso eternamente vive. Non sposarsi, d’ora in avanti potrà essere espressione di una dedizione totale al regno dei cieli. Il regno dei cieli è il valore ultimo per il quale può valere la pena sia unirsi in matrimonio, sia rinunciarvi. Gli stessi discepoli dovranno seguire questo criterio.
È curioso il loro pensare che non sia più conveniente sposarsi, solo perché è preclusa la possibilità di ripudiare la moglie! Sia nel matrimonio, sia nel celibato ciò che conta è essere nella prospettiva del regno dei cieli. L’uno, o l’altra condizione è sempre qualcosa da capire; occorre pure, nella conversione della mente e del cuore, mettersi nella condizione giusta per farlo. Dicendo: «Chi può capire, capisca», Gesù apre al discepolo lo spazio della libertà.
dal Giornale a "Sua Immagine"

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