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La Vera Vite

Spirito Santo

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Corpus Domini

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Nel Corpo e nel Sangue di Gesù

Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.



Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy


Maria SS. di Montevergine

Maria SS. di Montevergine
Maria SS. di Montevergine

Ti seguitò Signore - Mons.Mario Frisina

mercoledì 17 agosto 2011

Mercoledì della XIX settimana del Tempo Ordinario

 Sei invidioso perché io sono buono?

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi». Mt 20,1-16
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«Gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi». Sono state date molte spiegazioni, per rendere plausibile il comportamento di questo padrone che paga gli ultimi con la stessa moneta dei primi. Parla della chiamata, che Dio può rivolgere all’uomo in qualsiasi ora? Parla del giudizio al quale occorre essere sempre preparati? Ripropone il capovolgimento dei valori per chi entra nel Regno? Rendere, tuttavia, accettabile la parabola di Gesù significa toglierle tutto il vigore, ch’è proprio nel paradossale comportamento del padrone, che chiama ad ogni ora (anche quando per lavorare rimane solo poco tempo) e che remunera alla stessa maniera (secondo criteri umanamente discutibili). A ben vedere la risposta alle perplessità la indica la stessa parabola: «sei invidioso perché io sono buono?». Lo scandalo cristiano è qui: che non soltanto sia aperta la strada della salvezza per i buoni, ma che possa essere dischiusa anche per i peccatori; che, dunque, tutto non si risolva nel salvare i buoni e punire imalvagi; che anche per gli ultimi sia possibile un dono e un perdono.
I giusti non debbono essere invidiosi, ma rallegrarsi di fronte a un Padre che perdona i peccatori.
Qui, difatti, è il cuore del Vangelo: nella rivelazione dell’amore misericordioso del Padre.

dal Giornale "A Sua Immagine"
 

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