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La Vera Vite

Spirito Santo

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Corpus Domini

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Nel Corpo e nel Sangue di Gesù

Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.



Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy


Maria SS. di Montevergine

Maria SS. di Montevergine
Maria SS. di Montevergine

Ti seguitò Signore - Mons.Mario Frisina

sabato 20 agosto 2011

Sabato della XX settimana del Tempo Ordinario - San Bernardo

 Dicono e non fanno.

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Mt 23,1-12

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«Non agite secondo le loro opere».
L’ammonimento di Gesù mette in luce il grave pericolo che sorge nella comunità a motivo dell’incoerenza soprattutto di chi svolge compiti di guida e di responsabilità.
La contraddizione fra l’insegnare e il fare e ancora più grave di quella che sussiste tra il dire e il fare. «Dicono e non fanno»: vuol dire che nella vita cristiana non le parole,  contano, ma anzitutto i fatti. Ascoltiamo Sant’Ignazio di Antiochia: «È meglio tacere ed essere, che dire e non essere. È bello insegnare se chi parla opera. Uno solo è il maestro e ha detto e ha fatto e ciò che tacendo ha fatto è degno del Padre. Chi possiede veramente la parola di Gesù può avvertire anche il suo silenzio per essere perfetto, per compiere le cose di cui parla o di essere conosciuto per le cose che tace» (Lettera agli Efesini).
Un’altra tentazione che la parola del Signore denuncia è il desiderio di emergere e di distinguersi nella comunità, che contraddice alla fraternità di base che tutti congiunge. L’essere fratelli accomuna tutti, anche chi ha ilcompito di guidare, o di insegnare ecc. Chi, al contrario, fa dell’autorità un motivo di onore e di privilegio sarà umiliato da Dio.

dal Giornale "A Sua Immagine"

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