Sabato - San Bonifacio - Mc 12,38-44
Ci colpisce nel vangelo di oggi la povera vedova che getta nel tesoro del tempio soltanto un quattrino, mentre molti ricchi facevano risuonare il contenitore metallico con ben più pesanti monete. Gesù che sta osservando la scena, posa il suo sguardo compiaciuto proprio su quella donna e ne trae motivo per impartire una lezione ai discepoli ed oggi a noi. «questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri» perché «nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere», afferma Gesù. La misura della generosità non è quindi da calcolare con il tanto o con il poco, ma da quanto ci costa realmente il dono che offriamo: è troppo facile dare il superfluo come fanno i ricchi. Dare tutto è veramente difficile, ma è anche segno dell'amore vero. Non meno importante è la prima parte del brano evangelico dove Gesù mette in guardia dagli atteggiamenti pomposi degli scribi, i quali sia nell'abbigliamento sia nei comportamenti ostentano prestigio e santità per ingannare e soggiogare gli altri, specie i più deboli, come le vedove. Stride a questo punto la generosità della povera vedova con la doppiezza e ambiguità dei capi religiosi del tempo. M.B.S
Per un confronto personale
• Come mai i due spiccioli della vedova possono valere più dei mille dollari dei ricchi? Guarda bene il testo e dì perché Gesù elogia la vedova povera. Quale messaggio racchiude oggi per noi questo testo?
• Quali difficoltà e quali gioie hai incontrato nella tua vita nel praticare la solidarietà e la condivisione con gli altri? P.C.
Quelli che hanno ricevuto la libertà mettono a disposizione di Dio tutti i loro beni, dando gioiosamente e generosamente i beni più piccoli perché hanno la speranza dei beni più grandi, come la vedova povera che getta tutta la sua sostanza nel tesoro di Dio.
RispondiEliminaSant'Ireneo
I doni di Dio fanno impallidire i migliori sogni dell'uomo.
RispondiEliminaElizabeth Barrett Browning
Quando si sente pigra, l'anima nostra ha bisogno d'una continua esortazione. Allo stesso modo come il nostro corpo ha bisogno ogni giorno dell'alimento fisico, al punto da non poter compiere alcuna azione quando incorra in qualche malattia anche non grave; così anche l'anima ha bisogno del cibo spirituale e di un'ottima condotta di vita, affinché, pervenendo a una consuetudine con le cose buone, divenga invincibile e sia in grado di resistere alle insidie del maligno.
RispondiEliminaS. Giovanni Crisostomo
Il tuo dolore è lo spezzarsi del guscio che racchiude la tua capacità di comprendere. E se potessi mantenere il cuore sospeso in costante stupore ai quotidiani miracoli della vita, il dolore non ti sembrerebbe meno meraviglioso della gioia; e accetteresti le stagioni del tuo cuore, come hai sempre accettato le stagioni che passano sui tuoi campi.
RispondiEliminaKahlil Gibran
Il premio della virtù sarà lo stesso elargitore della virtù, il quale ha promesso di dare se stesso quale dono, migliore e maggiore di cui non può essercene un secondo. Egli sarà il termine di tutti i nostri desideri: lo contempleremo senza fine, lo ameremo senza annoiarcene, lo loderemo senza stancarcene.
RispondiEliminaS. Agostino
Quando si sente pigra, l'anima nostra ha bisogno d'una continua esortazione. Allo stesso modo come il nostro corpo ha bisogno ogni giorno dell'alimento fisico, al punto da non poter compiere alcuna azione quando incorra in qualche malattia anche non grave; così anche l'anima ha bisogno del cibo spirituale e di un'ottima condotta di vita, affinché, pervenendo a una consuetudine con le cose buone, divenga invincibile e sia in grado di resistere alle insidie del maligno.
RispondiEliminaS.Giovanni Crisostomo