Mercoledì - Lc 19,11-28
Siamo i depositari dei beni di Dio. Egli ci ha colmato di doni, primo fra tutti quello prezioso della libertà. «Grandi cose ha fatto il Signore per noi!», esclamavano, colmi di riconoscenza, gli antichi cantori. I talenti o le mine di cui parla il vangelo di oggi, questo ci ricorda e ci ammonisce che dobbiamo sentire impellente il dovere di far fruttificare con tutta la nostra vita i doni ricevuti. Un albero sterile, un tralcio che si priva della linfa dalla vite, è inevitabilmente condannato ad essiccare, ad essere tagliato e gettato nel fuoco. La fedeltà a questo sacrosanto impegno non può mai venir meno, neanche quando ci pare che colui che ce lo ha elargito gratuitamente i doni è lontano da noi. Non dovremmo mai dimenticare che saremmo sottoposti ad un giudizio. Non ci giustifica neanche la paura di perderli perché i doni di Dio di loro natura sono sempre fecondi. Dipende soltanto da noi far sì che si moltiplichino per la gloria di Dio, per la nostra personale santificazione e per il bene del nostro prossimo. Questa è la via che sconvolge poi i nostri calcoli e ci stupisce: tutto ciò che non viene fatto fruttificare viene dato a chi ha operato giustamente e ha moltiplicato le dieci mine e ciò affinché anche quella mina inutilizzata perché riposta nel fazzoletto, possa essere resa fruttuosa. I beni di Dio non sono destinati esclusivamente a noi debbono essere sparsi come un buon seme che porta molto frutto. Padri Benedettini Silvestrini
Siamo i depositari dei beni di Dio. Egli ci ha colmato di doni, primo fra tutti quello prezioso della libertà. «Grandi cose ha fatto il Signore per noi!», esclamavano, colmi di riconoscenza, gli antichi cantori. I talenti o le mine di cui parla il vangelo di oggi, questo ci ricorda e ci ammonisce che dobbiamo sentire impellente il dovere di far fruttificare con tutta la nostra vita i doni ricevuti. Un albero sterile, un tralcio che si priva della linfa dalla vite, è inevitabilmente condannato ad essiccare, ad essere tagliato e gettato nel fuoco. La fedeltà a questo sacrosanto impegno non può mai venir meno, neanche quando ci pare che colui che ce lo ha elargito gratuitamente i doni è lontano da noi. Non dovremmo mai dimenticare che saremmo sottoposti ad un giudizio. Non ci giustifica neanche la paura di perderli perché i doni di Dio di loro natura sono sempre fecondi. Dipende soltanto da noi far sì che si moltiplichino per la gloria di Dio, per la nostra personale santificazione e per il bene del nostro prossimo. Questa è la via che sconvolge poi i nostri calcoli e ci stupisce: tutto ciò che non viene fatto fruttificare viene dato a chi ha operato giustamente e ha moltiplicato le dieci mine e ciò affinché anche quella mina inutilizzata perché riposta nel fazzoletto, possa essere resa fruttuosa. I beni di Dio non sono destinati esclusivamente a noi debbono essere sparsi come un buon seme che porta molto frutto. Padri Benedettini Silvestrini
Prenditi a cuore gli affanni, le esigenze di chi ti sta vicino. Regala agli altri la luce che non hai, la forza che non possiedi, la speranza che senti vacillare in te, la fiducia di cui sei privo. Illuminali dal tuo buio. Arricchiscili con la tua povertà.
RispondiEliminaAlessandro Manzoni
Signore Gesù, mia vita, mio tutto, tu mi chiedi di dare gratuitamente quanto gratuitamente mi hai donato. Aiutami a condividere con gli altri i doni ricevuti nello spirito del dialogo e dell'accoglienza reciproca...mi affido a te perché sia vigile e responsabile nella lettura dei segni del tempo e testimoni il primato del Padre nel mio lavoro quotidiano e nei rapporti familiari e sociali.
RispondiEliminaCarlo Maria Martini
Perché Dio sia veramente il nostro re, eclissiamoci, dimentichiamoci, siamo soltanto la lode della sua gloria.
RispondiEliminaElisabetta della Trinità
La contemplazione non è altro che un'infusione segreta, pacifica e amorosa di Dio la quale, se lasciata libera, infiamma l'anima nello spirito di amore
RispondiEliminaS. Giovanni della Croce
Pur di procurare la salvezza di un giovane mi spingo fino ad essere temerario.
RispondiEliminaS. Giovanni Bosco
E' il Signore che vince se ci affidiamo a Lui. Egli non fa di noi delle marionette ma degli uomini nuovi che respirano libertà, lo servono creativamente e combattono armati della sua forza.
RispondiEliminaTeofane il Recluso