Gv 2, 13-22
Gesù scaccia i mercanti dal tempio. Il tempio per il popolo d'Israele è il luogo della presenza di Dio, dove lo si poteva incontrare, dove si esprimeva solennemente il culto pubblico. Il pio israelita era tenuto a pellegrinarvi ogni anno. Una pratica alla quale rimase fedele anche Gesù e i suoi santi genitori. Un legame affettivo lega il fedele ebreo a questo luogo, un legame non estraneo nemmeno a Gesù. Ma proprio con Gesù sta avvenendo un qualcosa di nuovo: sia la presenza di Dio in mezzo al suo popolo, sia il culto vengono portati al ‘compimento' e quindi prendono nuove connotazioni. È questo il senso profondo dell'episodio evangelico che oggi la liturgia ci offre per celebrare la festa della Dedicazione della Basilica Lateranense, cattedrale della Chiesa di Roma, costruita da Costantino al tempo di Silvestro I (314-335), è ritenuta la madre di tutte le Chiese dell'Urbe e dell'Orbe.Nella prima parte del vangelo, notiamo che Gesù non contesta il tempio ma gli abusi che si associano alla prassi liturgica: c'è chi ne approfitta per i propri interessi, giocando sulla vendita degli animali per l'offerta. Forse sono anch'io uno di questi mercanti del tempio. Davanti a Dio mi presento con meriti da vantare, con doni da elargire, con calcoli di entrate e uscite. Ma Dio non si merita, non si calcola, si accoglie.Si, Gesù ha molto amato il tempio di Gerusalemme, lo ha ammirato, si è indignato coi mercanti, ha pianto pensando alla sua distruzione imminente, ma lo ha anche radicalmente contestato: "Né in Samaria, né in Gerusalemme adorerete il Padre, ma in spirito e verità". "Distruggete questo tempio e io in tre giorni lo farò risorgere. Ma parlava del tempio del suo corpo".Gesù vuole farci ‘vedere' il luogo dove più forte è la presenza di Dio: non nelle pietre, bensì nel perimetro vivo di un corpo di carne. La piena rivelazione di Dio è l'umanità di Gesù, non la sua predicazione, né la sua ‘abitazione'. La nostra fede passa per l'umanità di Cristo: lì vediamo il volto accogliente, amante, perdonante del Padre. Eremo San Biagio
Gesù ha messo il “vino nuovo” negli “otri vecchi” della preghiera grazie allo Spirito Santo e il segreto del rinnovamento della preghiera è lo Spirito Santo, non è uno sforzo, non è una tecnica, non si tratta di andare a imparare in oriente…Il segreto del rinnovamento della preghiera cristiana cattolica è lo Spirito Santo.
RispondiEliminaPadre Raniero Cantalamessa
Oggi, nella mia pausa contemplativa, proverò a liberarmi di tutto quello che so di Dio, come di un ingombrante fardello. Chiederò poi al Signore di ridarmi lo sguardo carico di stupore del bambino per tornare ad accorgermi che Lui è AMORE e io sono immerso nell'AMORE.
RispondiElimina(eremita)
A volte, inaspettatamente, qualcuno si inginocchia in un angolino di me stessa: quando cammino per la strada o sto parlando con una persona. E quel qualcuno che s'inginocchia sono io. È come se qualcosa in me si fosse accordata a una preghiera continua. In me c'è qualcosa che prega, anche quando rido e quando scherzo
RispondiEliminaEtty Hillesum
È giunto il momento di staccarmi dal Garizim, dal monte di casa mia, dal territorio della mia personalità, per stringermi a Gesù, vero tempio di Dio, vero luogo di culto, vero monte santo.
RispondiEliminaAnna Maria Canopi