Giovedì - Lc 15,1-10
"In quel tempo dice il passo evangelico di oggi si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano:Costui riceve i peccatori e mangia con loro"". Manca ai farisei l'atteggiamento interiore della povertà spirituale, indispensabile per essere all'unisono con Gesù, per condividere i suoi sentimenti. La loro è invece l'attitudine contraria: questo è mio e non appartiene che a me, non può essere condiviso con altri. Scribi e farisei sono convinti che Dio è proprietà loro e di nessun altro: gli altri sono peccatori. Sono loro i padroni di Dio, i padroni della salvezza, i padroni della vita spirituale e mormorano contro Gesù che "riceve i peccatori e mangia con loro", perché hanno l'impressione che venga ingiustamente dato ad altri qualche cosa che è di loro esclusiva proprietà. Gesù vuole invece far loro capire che per essere uniti a Dio non devono rinchiudersi nel loro egoismo, ma aprirsi agli altri, accogliere gli altri, anche quelli che sembrano i più indegni, perch! é questo è l'atteggiamento di Dio. Dio è la generosità senza limiti, colui che si prende cura di tutti, si rallegra con tutti, si preoccupa in modo speciale dei più bisognosi, cioè di chi si trova in una condizione di miseria spirituale che deve essere sostenuta, confortata.Chi è povero in spirito desidera il bene degli altri, condivide con gli altri i doni che ha ricevuto, sapendo che sono doni che si moltiplicano distribuendoli; così è nella condizione privilegiata per essere unito al Signore.Le ricchezze spirituali sono state paragonate alla fiamma. Una fiamma non perde nulla comunicandosi, anzi è accresciuta e diffonde più luce, diffonde più fuoco. Chi vuoi metterla al sicuro in un luogo chiuso, la fa morire per mancanza di ossigeno. Così è per le ricchezze spirituali.Domandiamo al Signore di comprendere profondamente questa attitudine di spirito, che ci impedisce di inorgoglire, di appoggiarci su noi stessi, e ci fa abbandonare nelle mani del Signore tutto ciò che siamo, tutto ciò che facciamo, sapendo che tutto ci viene da lui e che, se li condividiamo, egli moltiplica in noi i suoi doni. (Commento “La Chiesa” )
"In quel tempo dice il passo evangelico di oggi si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano:Costui riceve i peccatori e mangia con loro"". Manca ai farisei l'atteggiamento interiore della povertà spirituale, indispensabile per essere all'unisono con Gesù, per condividere i suoi sentimenti. La loro è invece l'attitudine contraria: questo è mio e non appartiene che a me, non può essere condiviso con altri. Scribi e farisei sono convinti che Dio è proprietà loro e di nessun altro: gli altri sono peccatori. Sono loro i padroni di Dio, i padroni della salvezza, i padroni della vita spirituale e mormorano contro Gesù che "riceve i peccatori e mangia con loro", perché hanno l'impressione che venga ingiustamente dato ad altri qualche cosa che è di loro esclusiva proprietà. Gesù vuole invece far loro capire che per essere uniti a Dio non devono rinchiudersi nel loro egoismo, ma aprirsi agli altri, accogliere gli altri, anche quelli che sembrano i più indegni, perch! é questo è l'atteggiamento di Dio. Dio è la generosità senza limiti, colui che si prende cura di tutti, si rallegra con tutti, si preoccupa in modo speciale dei più bisognosi, cioè di chi si trova in una condizione di miseria spirituale che deve essere sostenuta, confortata.Chi è povero in spirito desidera il bene degli altri, condivide con gli altri i doni che ha ricevuto, sapendo che sono doni che si moltiplicano distribuendoli; così è nella condizione privilegiata per essere unito al Signore.Le ricchezze spirituali sono state paragonate alla fiamma. Una fiamma non perde nulla comunicandosi, anzi è accresciuta e diffonde più luce, diffonde più fuoco. Chi vuoi metterla al sicuro in un luogo chiuso, la fa morire per mancanza di ossigeno. Così è per le ricchezze spirituali.Domandiamo al Signore di comprendere profondamente questa attitudine di spirito, che ci impedisce di inorgoglire, di appoggiarci su noi stessi, e ci fa abbandonare nelle mani del Signore tutto ciò che siamo, tutto ciò che facciamo, sapendo che tutto ci viene da lui e che, se li condividiamo, egli moltiplica in noi i suoi doni. (Commento “La Chiesa” )
Noi non possiamo essere Dio, ma siamo di Dio - proprio come una goccia d'acqua è dell'oceano. Immaginatela strappata all'oceano e gettata milioni di miglia lontano. Diventa indifesa, strappata dal suo ambiente e impossibilitata a sentire la forza e la maestà dell'oceano. Ma se qualcuno le mostrasse che essa è oceano, la sua fede rivivrebbe, essa danzerebbe gioiosamente e l'intera forza e maestà dell'oceano si rifletterebbero in lei.
RispondiEliminaGandhi
Nessuna cosa visibile o invisibile mi impedisca di raggiungere Gesù Cristo.
RispondiEliminaS.Ignazio di Antiochia
Il Volto di Cristo, nella Sindone di Torino, dov'è colto fra la morte e la resurrezione, è un Volto segnato da una morte d'amore, da un Amore per sempre vincitore della morte...Ecco che "l'IO SONO" del Roveto ardente si rivolge a ciascuno di noi e diventa un "Tu sei": tu sei vivente per sempre. Perché il Nome è il Volto, e il Volto è l'AMORE.
RispondiEliminaOlivier Clément
Sforzatevi in tutti i modi di applicarvi assiduamente alla lettura della Bibbia, finché questa meditazione continua impregni la vostra anima, e la plasmi, per così dire, a sua immagine.
RispondiEliminaGiovanni Cassiano
Ogni uomo ti senta amico, ma rimani solitario nel tuo cuore col tuo Dio. Stendi il tuo mantello sull'uomo che cade e coprilo perché nessuno lo veda.
RispondiEliminaIsacco di Ninive