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La Vera Vite

Spirito Santo

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Corpus Domini

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Nel Corpo e nel Sangue di Gesù

Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.



Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy


Maria SS. di Montevergine

Maria SS. di Montevergine
Maria SS. di Montevergine

Ti seguitò Signore - Mons.Mario Frisina

mercoledì 10 novembre 2010

Riflessioni...Risonanze...scorriamo la XXXII Settimana del Tempo Ordinario

Mercoledì - San Leone Magno -
Tt 3,1-7   Sal 22   Lc 17,11-19: Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.

I dieci lebbrosi

I lebbrosi, ai tempi del Signore, erano gli emarginati per eccellenza, e lo sono rimasti quasi fino ai nostri giorni. Soltanto alcuni pietosamente lanciavano a distanza qualche tozzo di pane o qualcosa da mangiare. La loro malattia, assolutamente incurabile, era ritenuta motivo di contagio, di contaminazione e di impurità. Era davvero misera la loro sorte anche perché oltre l'umiliazione del male, erano additàti come responsabili di gravi peccati che avrebbero procurato loro quel terribile castigo divino. Erano trattati come scomunicati. Ne fa fede il famoso libro di Giobbe. Comprendiamo così perché i dieci lebbrosi che vanno incontro a Gesù si fermano a distanza e sono costretti a gridare la loro invocazione. «Gesù maestro, abbi pietà di noi!». È il loro grido a Gesù, la loro intensa ed essenziale preghiera. Quel «Maestro», diverso dagli altri, sicuramente li guarderà con pietà e compassione. Potrà purificarli nel corpo e nell'anima. Non avviene il miracolo all'istante come spesso faceva Gesù: ricevono un ordine: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». Significava per loro andate a prendere la certificazione della avvenuta guarigione. Era compito dei sacerdoti che di conseguenza sancivano la loro riammissione nella comunità e nella vita normale. Durante il tragitto si sentono guariti, ma nove di loro proseguono il tragitto, smaniosi di ricevere l'auspicata dichiarazione di completa guarigione. Uno solo torna indietro a ringraziare Gesù. È una proporzione umiliante anche per noi: su dieci guariti dal Signore uno solo torna e rendere grazia al grande benefattore. La conseguenza di ciò è della massima importanza: colui che torna a ringraziare viene non solo guarito come gli altri nove, ma salvato. «Álzati e và; la tua fede ti ha salvato!». La differenza è sostanziale: la guarigione riguarda il corpo e il tempo, la salvezza riguarda l'anima e l'eternità. Guariti e ingrati: è il rischio di tanti di noi che ricolmi di doni divini dimentichiamo la doverosa gratitudine. I santi del cielo cantano in eterno la bontà infinita di Dio, lo, lodano e lo benedicono per la sua misericordia. Dovremmo spendere molta della nostra preghiera per dire grazie al Signore per le meraviglie che egli compie per noi. Il fatto che sia uno straniero a rendere grazie a Gesù ci induce a pensare che talvolta proprio i prediletti siano i meno attenti ad esprimere la dovuta gratitudine. Che non sia l'assuefazione a tradirci! M.B.S.

 Per un confronto personale- E tu, ringrazi in genere le persone? Ringrazi per convinzione o per semplice usanza? E nella preghiera: ringrazi o dimentichi?
- Vivere con gratitudine è segno della presenza del Regno in mezzo a noi. Come trasmettere agli altri l'importanza di vivere nella gratitudine e nella gratuità?

6 commenti:

  1. Oh, come corriamo da stolti, ignorando che la prima di tutte le virtù è l'umiltà, come la prima di tutte le passioni è la golosità e la concupiscienza delle cose della vita.
    Antonio il Grande

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  2. O Gesù, tenerezza del Padre, che sei venuto sulla terra per effondere sugli uomini la tua meravigliosa tenerezza, concedimi la grazia di lasciarmi invadere dal tuo amore, per vivere nella speranza dell’eterna salvezza.
    Itala Mela

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  3. Fortunato colui che a ogni dono, torna a colui nel quale c'è la pienezza di tutte le grazie; poiché quando ci mostriamo grati di quanto abbiamo ricevuto, facciamo spazio in noi stessi a un dono anche maggiore.
    Bernardo di Chiaravalle

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  4. Per misericordia ci hai lavati nel sangue e per misericordia volesti conversare con le tue creature. O pazzo d'amore!
    S. Caterina da Siena

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  5. Se invece di nutrirci di Parola di Dio ci alimentiamo di invidie, rancori, delle incessanti reazioni dell'amor proprio, mettiamo noi stessi pietre d'inciampo sul nostro cammino, là dove dovremmo procedere a passi da gigante.
    Nazarena Crotta

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  6. La fede cristiana è costitutivamente eucaristica e solo chi rende grazie fa l'esperienza della salvezza, cioè dell'azione di Dio nella propria vita.
    Enzo Bianchi

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