La porta stretta per entrare nel Regno.
La vita di ogni uomo, il percorso di ritorno a Dio di tutta l’umanità è paragonabile ad un duro ed incerto incedere nel deserto, dove tutto è arido e la segnaletica è quasi inesistente. Tutto ci è già stato descritto nella narrazione biblica dell’Esodo. Oggi Gesù, interpellato sul numero di coloro che si salvano, ci parla della porta stretta. Vuole ricordarci che bisogna farsi piccoli ed umili per entrarci, bisogna faticare duro ed essere perseveranti e puntuali all’appuntamento per evitare il gravissimo rischio di arrivare in ritardo e trovare la porta chiusa. Accadde anche alle vergini stolte rimaste senz’olio. Nessuno allora potrà accampare scuse dinanzi al giusto giudizio di Dio; a nulla varrà il vanto di pretese intimità con Dio non suffragate dalla verità e dall’autenticità dei nostri comportamenti. Ci sentiremo dire con sgomento: “in verità vi dico, non vi conosco”. Quando la fede si spegne o licenziamo Dio dalla nostra vita, non solo smarriamo la via del Regno, ma la rendiamo colpevolmente inaccessibile a noi stessi e ci ritroviamo fuori, proprio come accadde ai nostri progenitori dopo l’esperienza del primo peccato. Gesù però, ancora una volta, ci conforta: egli si definisce la porta delle pecore. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Per un confronto personale
• Gesù trascorre tutta la notte in preghiera per sapere chi scegliere, e sceglie questi dodici! Quale conclusione trarre dal gesto di Gesù?
• I primi cristiani ricordavano i nomi dei dodici apostoli che erano all'origine della loro comunità. Tu ricordi i nomi delle persone che sono all'origine della comunità a cui appartieni? Ricordi il nome di qualche catechista o professore/ssa significativo/a per la tua formazione cristiana? Cosa ricordi maggiormente di loro: il contenuto che ti insegnarono o la testimonianza che ti dettero?
Insegnare è facile come scagliare pietre dall'alto di un campanile. Mettere in pratica quello che si insegna invece è difficile come portare pietre in cima al campanile.
RispondiEliminaSerafino di Sarov
Il rapporto educativo è anzitutto l'incontro di due libertà e l'educazione ben riuscita è formazione al retto uso della libertà. Man mano che il bambino cresce, diventa un adolescente e poi un giovane; dobbiamo dunque accettare il rischio della libertà, rimanendo sempre attenti ad aiutarlo a correggere idee e scelte sbagliate. Quello che invece non dobbiamo mai fare è assecondarlo negli errori, fingere di non vederli, o peggio condividerli, come se fossero le nuove frontiere del progresso umano.
RispondiEliminaBenedetto XVI
La certezza dell'amore di Dio ci fa confidare nella sua provvidenza paterna anche nei momenti più difficili dell'esistenza. Questa piena fiducia in Dio Padre provvidente, anche in mezzo alle avversità, è mirabilmente espressa da santa Teresa di Gesù: "Niente ti turbi, niente ti spaventi. Tutto passa, Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto. Chi ha Dio non manca di nulla. Dio solo basta".
RispondiEliminaGiovanni Paolo II
Sperare in Dio non è come sperare negli uomini, che non possono neppure sorreggere il nostro desiderio e la nostra piccola fiducia.
RispondiEliminaSperare vuol dire resistere a quello che ogni giorno vediamo di brutto nella vita. Che cosa vuol dire questo, se non ci fosse dietro Qualcuno che prende il posto della nostra tristezza?
Don Primo Mazzolari
La voce del "Mahatma Gandhi"
RispondiEliminaI veri nobili sanno che tutti gli uomini sono uguali, e lietamente ricambiano col bene il male ricevuto.
Siamo sempre allegri nel Signore. Egli pensa a noi più di quanto noi pensiamo a Lui e fa tutte le cose infinitamente meglio di quanto possiamo pensarle noi.
RispondiEliminaS. G. Cottolengo
Affronta con coraggio ogni travaglio per il bene, non esporti a questa impresa con l'anima incerta; non permettere al tuo cuore di vacillare nella fiducia in Dio, altrimenti inutile è la tua fatica e il tuo lavoro diventa un peso.
RispondiEliminaIsacco di Ninive
Nulla di quanto ti accade ti rechi turbamento; smetti di inseguire ombre di soccorso umano; supplica incessantemente il Dio che adori ed Egli, subito o quando sarà veramente bene per te, interverrà.
RispondiEliminaS. Giovanni Crisostomo a Olimpia