Martedì - Gv 17,1-11
Mentre Gesù sta per iniziare la sua crudelissima passione fa sgorgare dal suo cuore una intensissima preghiera al Padre. Egli parla della sua «ora» come di un momento di glorificazione per sé e per i suoi, ai quali sta per garantire la vita eterna. È difficile per noi comprendere come si possano conciliare gloria e passione, morte e vita. Cristo vuole farci intendere che la vera gloria coincide sempre e soltanto con l’adempimento della volontà del Padre, anche quando questa significa la via del Calvario, la passione, la morte ignominiosa della croce perché poi tutto converge e culmina nella gloriosa risurrezione, che è di Cristo e anche nostra. Tutta la vita di Cristo, tutta la sua missione, le sue stesse parole, le opere che ha compiuto per i suoi e per tutto il mondo hanno significato la glorificazione di Dio. Ora però è giunto il momento, l’ «ora» appunto, in cui quella gloria deve raggiungere il culmine. Lo dirà lo stesso Gesù morente sulla croce: «Tutto è compiuto». La preghiera di Cristo ha anche tutti i segni di un commiato: sta per lasciare i suoi e vuole perciò, nel dare loro la suprema testimonianza di amore con il dono della vita, affidarli al Padre celeste perché li custodisca dal maligno e perché siano capaci di dare una continua testimonianza di unità nella perfezione dell’amore. Siamo certi che quella accorata invocazione risuona continua in cielo per i suoi e per la sua Chiesa. Pur nelle inevitabili debolezze, la chiesa anela all’unità, i credenti in Cristo cercano di essere testimoni di amore vero, di reciproco perdono, di unità nell’unica fede. Resta comunque vero che questi grandissimi valori, queste divine ed umane aspirazioni passano inevitabilmente attraverso il travaglio della sofferenza e della croce. Accade così che i momenti di più intensa testimonianza della chiesa e dei fedeli, i richiami più forti all’unità, coincida sempre con le più feroci persecuzioni, con le più crudeli passioni e con le più marcate lacerazioni. Ecco perché quella preghiera di Cristo è incessante, il suo sacrificio è un memoriale. L’ «ora» di Cristo è quindi legata indissolubilmente alla nostra storia, è l’ora del suo amore per noi, che è inesauribile.M.B.S.
Per un confronto personale
• Quali sono le parole di persone a cui vuoi bene che orientano la tua vita? Se stessi per morire, quale messaggio vorresti lasciare alla tua famiglia e alla tua comunità? P.C.
• Qual è la frase del Testamento di Gesù che più ti ha colpito? Perché?
Dio ci ha fatti alleanza. È per tutti che ciascuno riceve la fede. Una volta che la Parola di Dio è incarnata in noi, non abbiamo il diritto di conservarla per noi: noi apparteniamo, da quel momento, a coloro che l'attendono.
RispondiEliminaMadeleine Delbrêl
Nel povero, nelle nostre sorelle, nei nostri fratelli c'è Gesù. Quindi noi siamo alla sua presenza ventiquattr'ore su ventiquattro. Per questo siamo contemplativi nel cuore del mondo.
RispondiEliminaMadre Teresa di Calcutta
Eterno Padre, che hai mandato il tuo divin Figlio Gesù sulla terra, concedimi la grazia di conoscere le tue tenerezze e di lasciarmi coprire da esse, per vivere secondo la Tua volontà. O Gesù, tenerezza del Padre, che sei venuto sulla terra per effondere sugli uomini la tua meravigliosa tenerezza, concedimi la grazia di lasciarmi invadere dal tuo amore, per vivere nella speranza dell'eterna salvezza. O Spirito Santo, accendi nel mio cuore una scintilla del tuo Amore tenerissimo, che procede dal Padre e dal Figlio, per gustarne l'ineffabile dolcezza ed essere docile alle tue divine ispirazioni.
RispondiEliminaItala Mela
Un tempo la croce era nome di condanna, ora è diventata oggetto di venerazione; un tempo era simbolo di morte, oggi è principio di salvezza. La croce è diventata per noi la causa di innumerevoli benefici: eravamo divenuti nemici e ci ha riconciliati con Dio; eravamo separati e lontani da lui, e ci ha riavvicinati con il dono della sua amicizia. Essa è per noi la distruzione dell'odio, la sicurezza della pace, il tesoro che supera ogni bene.
RispondiEliminaGiovanni Crisostomo
Ricolmati dei bei doni dello Spirito, gli apostoli diventano audaci, hanno in sé un fuoco incontenibile che li spingerà ad annunziare ovunque, pur in mezzo alle difficoltà, il bel nome di Gesù.
RispondiEliminaAnna Maria Canopi
Niente ti turbi né ti sgomenti, tutto dilegua, Dio non muta. Con la pazienza tutto si ottiene; con Dio nel cuore non manca nulla. Solo Dio basta'
RispondiEliminaS.Teresa d'Avila
"Proprio mentre muore su un patibolo infame, Gesù nel suo estremo abbandono al Padre, lo glorifica.
RispondiEliminaE il Padre glorifica lui dandogli la massima libertà di amarci fino a morire per noi".
Benoit Standaert