Sabato - Gv 15,18-21 - Madonna del Rosario di Pompei Lo stesso Gesù si fa garante del futuro della sua chiesa nascente. Inviando i suoi ad andare in tutto il mondo per annunciare l'avvento del suo regno, ha predetto loro odi, rifiuti e persecuzioni, ma tutto ciò, quasi per assurdo, viene annoverato tra le beatitudini: «Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia». Egli vuole così dirci che insulti e persecuzioni non potranno inficiare la pace della sua chiesa, anzi proprio da quegli eventi, sgorgherà la migliore fecondità. Neanche la gioia potrà essere compromessa come testimonieranno, prima gli apostoli, e poi la schiera dei testimoni di Cristo nel corso della storia fino ai nostri giorni. Già San Paolo affermava: «Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa!». Non c'è quindi contraddizione tra la pace, la gioia e la fiducia cristiana e le inevitabili persecuzioni, anzi in Cristo, crocifisso e risorto, abbiamo scoperto che queste sono la via della vita, la certezza della risurrezione. Alla sofferenza che uccide Egli ha sostituito quella che salva. Per questo predice ai suoi seguaci: «Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi». Tra i grandi doni della fede cristiana dobbiamo annoverare sicuramente quello che ci consente di valorizzare agli occhi di Dio anche gli eventi più negativi della nostra esistenza. L'esempio dei martiri ci illumini. M.B.S.
Per un confronto personale
• Gesù si rivolge a me e mi dice: Se tu fossi del mondo, il mondo amerebbe ciò che è tuo. Come applico questo nella mia vita?
• In me ci sono due tendenze: il mondo e il vangelo. Quale dei due ha la precedenza? P.C.
Per un confronto personale
• Gesù si rivolge a me e mi dice: Se tu fossi del mondo, il mondo amerebbe ciò che è tuo. Come applico questo nella mia vita?
• In me ci sono due tendenze: il mondo e il vangelo. Quale dei due ha la precedenza? P.C.
È solo l'amore che vale. Ciò che il buon Dio cerca in noi, non è la quantità delle buone opere materiali, è un canto di amore, composto di strofe, di contemplazione o di azione, poco importa, basta che sia una melodia di amore.
RispondiEliminaLuciano Brunei ‘Père Jacques'
La condotta più accetta a Dio è quella che, pur varia nelle forme e nello stile, segue con grande sincerità l’amore di Dio e, per lui, l’amore del prossimo.
RispondiEliminaBeato Isacco, abate del monastero della Stella
L'elevazione al di sopra del mondo si manifesta per queste due note: il mutato comportamento e la diversità dei moti intimi. Dalle manifestazioni immediate del tuo spirito circa le realtà verso cui è attratto tu puoi riconoscere la vera misura del tuo costume: verso cosa la tua natura aspira involontariamente, quali manifestazioni le sfuggono continuamente e ciò da cui si sente mossa; cioè, se il tuo spirito accoglie in sé sempre e solo le impressioni dei moti incorporei, oppure se si muove tutto nella materia.
RispondiEliminaIsacco di Ninive
"La Chiesa è il campo di Dio. Le persecuzioni lo rendono rigoglioso di quei chicchi che, caduti a terra, si moltiplicano".
RispondiEliminaS. Leone Magno
Dio non si nega a nessuno. Prendi, bevi quanto vuoi e puoi! Sei libero di farlo: Tutta la Divinità è infatti il tuo convito.
RispondiEliminaAngelus Silesius
"È quasi impossibile andare a Gesù, se non ci si va per mezzo di Maria"
RispondiEliminaS.Giovanni Bosco
Il mondo è simile alla notte e tutte le sue realtà sono sogni. Come il sogno di notte ci inganna, così ci inganna il mondo con le sue promesse. Non lasciamoci ammaliare dal mondo fugace, non lasciamoci infatuare dalle sue parvenze! Non amiamo i suoi inganni, perché se ne vanno come un sogno notturno!
RispondiEliminaEfrem Siro
I cristiani sono nel mondo ciò che l'anima è nel corpo. L'anima è diffusa in tutte le membra; e i cristiani abitano in tutte le città della terra. L'anima, pur abitando nel corpo, non è del corpo; e i cristiani, pur abitando nel mondo, non sono del mondo.
RispondiEliminaDalla "Lettera a Diogneto
Dono dell'amore trinitario, che congiunge l'uscire-da-sé (gratuità assoluta di Dio che rende possibile la relazione eterna tra il Padre e il Figlio e quella storica di Gesù-Signore con ogni uomo) e lo stare-presso-l'altro (dimora in Gesù e fa risplendere la gloria del Risorto nella storia dei suoi testimoni), lo Spirito salda la libertà di Dio allo slancio della vita dell'uomo.
RispondiEliminaGianfrancesco Colzani