Al di là dei dati storici, l’apostolo Filippo si è reso famoso per una audace richiesta rivolta a Gesù, mentre parlava della sua identità con il Padre: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Richiesta audace, l’abbiamo definita, ma anche emblematica perché l’apostolo esprimeva in quella sua domanda, l’ansia di Dio, racchiusa da sempre nel cuore dell’uomo. Il figlio senza padre, si sente orfano e stenta a comprendere la sua vera identità; l’uomo senza Dio si sente smarrito, disorientato e solo. Dobbiamo perciò gratitudine a questo apostolo perché ha offerto a Gesù l’occasione sia di ribadire la sua divinità, sia di indicarci la sua persona come icona perfetta del Padre: «Chi ha visto me ha visto il Padre». Non ci sfugge poi che dentro la sua curiosità si nasconde un bisogno autentico di spirituale ascensione verso le verità ultime: un bell’esempio per tutti noi, forse più superficiali nelle nostre ricerche e meno autentici nei nostri desideri. In quest’ansia di bene e nel comune desiderio di comprendere e testimoniare le «cose» di Dio, vediamo accomunato l’altro apostolo, Giacomo detto il minore, per distinguerlo dall’altro apostolo dallo stesso nome. Anch’egli è stato un seguace di Cristo, anch’egli nel volto del salvatore ha saputo rimirare il volto stesso di Dio, anch’egli è stato un eroico testimone del vangelo. Ha scritto una lettera, che ce lo fa riconoscere come profondo conoscitore della scrittura e dei detti del Signore. Egli mostra una predilezione per i poveri e per gli umili, che ritiene favoriti da Dio. Pare egli voglia commentare le beatitudini pronunciate dal Signore. Altro tema caro a Giacomo è la concretezza della fede, che non può esaurirsi in un credo sterile, ma esige espressioni da attuare nella vita. Davvero i santi si assomigliano e si integrano vicendevolmente: Filippo ci sollecita a rimirare nel volto di Cristo l’immagine stessa del Padre; Giacomo ci fa intendere che anche una vita semplice ed umile, se alimentata dalla fede operosa, è accetta a Dio. Abbiamo molti motivi per invocarli entrambi.M.B.S.
Per un confronto personale
• Gesù si rivolge a me e mi dice: Se tu fossi del mondo, il mondo amerebbe ciò che è tuo. Come applico questo nella mia vita?
• In me ci sono due tendenze: il mondo e il vangelo. Quale dei due ha la precedenza? P.C.
Per un confronto personale
• Gesù si rivolge a me e mi dice: Se tu fossi del mondo, il mondo amerebbe ciò che è tuo. Come applico questo nella mia vita?
• In me ci sono due tendenze: il mondo e il vangelo. Quale dei due ha la precedenza? P.C.
È solo l'amore che vale. Ciò che il buon Dio cerca in noi, non è la quantità delle buone opere materiali, è un canto di amore, composto di strofe, di contemplazione o di azione, poco importa, basta che sia una melodia di amore.
RispondiEliminaLuciano Brunei ‘Père Jacques'
La condotta più accetta a Dio è quella che, pur varia nelle forme e nello stile, segue con grande sincerità l’amore di Dio e, per lui, l’amore del prossimo.
RispondiEliminaBeato Isacco, abate del monastero della Stella
L'elevazione al di sopra del mondo si manifesta per queste due note: il mutato comportamento e la diversità dei moti intimi. Dalle manifestazioni immediate del tuo spirito circa le realtà verso cui è attratto tu puoi riconoscere la vera misura del tuo costume: verso cosa la tua natura aspira involontariamente, quali manifestazioni le sfuggono continuamente e ciò da cui si sente mossa; cioè, se il tuo spirito accoglie in sé sempre e solo le impressioni dei moti incorporei, oppure se si muove tutto nella materia.
RispondiEliminaIsacco di Ninive
Dono dell'amore trinitario, che congiunge l'uscire-da-sé (gratuità assoluta di Dio che rende possibile la relazione eterna tra il Padre e il Figlio e quella storica di Gesù-Signore con ogni uomo) e lo stare-presso-l'altro (dimora in Gesù e fa risplendere la gloria del Risorto nella storia dei suoi testimoni), lo Spirito salda la libertà di Dio allo slancio della vita dell'uomo.
RispondiEliminaI cristiani sono nel mondo ciò che l'anima è nel corpo. L'anima è diffusa in tutte le membra; e i cristiani abitano in tutte le città della terra. L'anima, pur abitando nel corpo, non è del corpo; e i cristiani, pur abitando nel mondo, non sono del mondo.
RispondiEliminaDalla "Lettera a Diogneto"
Il mondo è simile alla notte e tutte le sue realtà sono sogni. Come il sogno di notte ci inganna, così ci inganna il mondo con le sue promesse. Non lasciamoci ammaliare dal mondo fugace, non lasciamoci infatuare dalle sue parvenze! Non amiamo i suoi inganni, perché se ne vanno come un sogno notturno!
RispondiEliminaEfrem Siro
"È quasi impossibile andare a Gesù, se non ci si va per mezzo di Maria"
RispondiEliminaS.Giovanni Bosco
Dio non si nega a nessuno. Prendi, bevi quanto vuoi e puoi! Sei libero di farlo: Tutta la Divinità è infatti il tuo convito.
RispondiEliminaAngelus Silesius