Lunedì - Gv 16, 29-33
Gli antichi romani, che non erano santi perché pagani, ma spesso sapevano essere saggi, dicevano che l’amico sincero lo si riconosce nel momento della prova. Professare amicizie e garantire fedeltà, quando tutto va per il verso giusto, è fin troppo facile. Gesù ci ha rivelato che la prova suprema della fedeltà, quando è animata da amore sincero, è la disponibilità piena a dare la vita per la persona amata. Proprio come ha fatto Lui. Gli apostoli credono di aver capito il messaggio del loro maestro, egli però deve ancora ribadire un concetto ch’è di difficile assimilazione e riguarda proprio la loro fedeltà nel momento della prova. Sembra che il Signore voglia parlarci dei fervori facili e superficiali, che spesso ci convincono erroneamente di aver raggiunto una fede e una sicurezza incrollabili, che poi però vengono clamorosamente smentiti quando il prezzo da pagare ci sembra troppo alto. È la storia vera di tanti di noi che presumono e confidano nelle proprie forze, anche quando sono chiamati a realizzare progetti divini. C’è per ognuno di noi un «ora» in cui siamo chiamati a testimoniare a caro prezzo la verità e troppo spesso siamo colti di sorpresa, perché non siamo in grado di portarne il peso. Dal primo peccato fino ad oggi, sono innumerevoli le vittime della presunzione. Gli stessi apostoli sperimenteranno con delusione e sofferenza, Pietro ne sarà la vittima più illustre. Dinanzi alla tragedia della croce, si disperderanno tutti e lasceranno solo il Signore. Quante fughe, quanti tradimenti dopo quell’episodio: fughe da responsabilità e da impegni, fughe dopo solenni promesse di fedeltà, fughe da responsabilità e da testimonianze, tradimenti nei confronti delle persone amate, tradimenti di consacrati e di consacrate, di ministri e di pastori. La causa unica per tutti è sempre la stessa: lontani dalla linfa vitale della vite, tralci secchi, uomini e donne, carichi di pesi e lontani da Cristo, privi del dono dello Spirito. Poi inevitabilmente stramazzano uno sull’altro sotto quei pesi e si creano, con le proprie mani, ciascuno una tomba: li muore il cristiano, lì muore il sacerdote, lì lo sposo, lì la consorte, lì i figli: lì è il sepolcro dell’amore. A pensare che sono ancora pienamente valide tutte le promesse di Cristo: «Non vi lascio soli, vi manderò un nuovo Consolatore, abbiate fiducia, io ho vinto il mondo». Perché allora tanta solitudine e tanta presunzione? Dobbiamo riscoprire tutti insieme il dono della fedeltà appoggiandoci totalmente a Cristo. M.B.S.
Per un confronto personale
• Una piccola luce aiutò i discepoli a fare un passo, ma non illuminò tutto il cammino. Hai avuto un'esperienza così nella tua vita?
• Coraggio! Io ho vinto il mondo! Questa frase di Gesù ti ha aiutato qualche volta nella tua vita? P.C.
Nel suo grande amore, Dio non ha voluto costringere la nostra libertà, anche se avrebbe potuto farlo, ma ci ha lasciati venire a lui col solo amore del nostro cuore.
RispondiEliminaIsacco di Ninive
Dio è fedele. Non ti abbandonerà mai, ha posto infatti in te la sua dimora. Se i rami di un albero nascondono i raggi del sole non significa che il sole si sia spento.
RispondiEliminaSergio Jeremia De Souza
Non protestare per l'abbandono di Dio nella tua vita! Dio è fedele. Non t'abbandonerà mai, ha posto infatti in te la sua dimora. Se i rami di un albero nascondono i raggi del sole non significa che il sole si sia spento.
RispondiEliminaOsserva meglio e vedrai che il sole tornerà a splendere appena scuoti le prime foglie.
Sergio Jeremia de Souza
Come, quando qualcuno è tormentato dalla sete e gli viene offerta una dolce bevanda, questi, dopo aver intrapreso a gustarla, con una smania più ardente di prima si affretta più decisamente a bere; così pure il gusto dello Spirito è, per così dire, talmente lungi dal poter essere pienamente appagato, da suggerire, giustamente, il paragone che abbiamo appena descritto. Né, d'altronde, si tratta qui di vane parole: è, al contrario, l'opera stessa dello Spirito Santo che produce misteriosamente i suoi effetti nell'anima.
RispondiEliminaPseudo-Macario
"Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!»". Non la pace di questo mondo, perché dovevano andare i contro a molte avversità, ma la pace del cuore e la pace dell'eternità, la prima nel tempo presente, la seconda nel futuro
RispondiEliminaLudolfo di Sassonia
Maria ha veramente consegnato la vita allo Spirito Santo, ha lasciato che Egli la invadesse con la sua potenza, con la sua santità, con la sua forza. Nel suo essere così abbandonata allo Spirito, è stata totalitaria, non ha fatto le cose a metà.
RispondiEliminaMons. Anastasio Ballestrero
"Vorrei, Signore, perdermi nel tuo seno come una goccia d'acqua in un immenso mare. Occorre ch'io penetri in questo "luogo spazioso", questo abisso insondabile, questo profondo mistero, per amarti Gesù mio, come ti si ama in cielo, senza che nulla al di fuori di te possa distrarmi"
RispondiEliminaS.Elisabetta della Trinità
In circostanze come quelle attuali, siamo chiamati a nutrire in modo particolare l'atteggiamento interiore della fede-fiducia. Per essa le difficoltà non sono qui per schiacciarci ma diventano l'occasione per aprirci su nuovi orizzonti d'intelligenza e d'amore.
RispondiEliminaA.Schn-ller
"Solo questo sostanzialmente importa: uniti a Cristo Gesù, vivere la vita vera".
RispondiEliminaS. Ignazio di Antiochia