Beata Vergine Maria di Fatima
Giovedì - Gv 16,16-20
Quanto ci occupa, ci preoccupa e talvolta ci spaventa, il tempo! Ha un ritmo inarrestabile che ci conduce alla fine; crea così distacchi dolorosi ed inevitabili perdite. È in vista di ciò che ne percepiamo meglio il valore, ma sappiamo che spesso ci sfugge, ci ingoia e ci affligge. Nella visione di Dio «Mille anni sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte». È evidente che presso Dio il calcolo del tempo viene valutato con parametri diversi dai nostri. Per questo gli apostoli non comprendono le parole di Gesù quando dice loro: «Ancora un poco e non mi vedrete; un po' ancora e mi vedrete». «Che cos'è mai questo «un poco» di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». È una cronologia davvero difficile da comprendere, anche perché non è solo tempo quello di cui parla Gesù, ma piuttosto di eventi nuovi, di situazioni nuove che consentiranno di vederlo. Quel «poco» riguarda la fede dei discepoli e la luce dello Spirito Santo, le due lampade che splenderanno nei loro cuori e consentiranno di vederlo realmente. Solo allora la tristezza si cambierà in gioia. Tutti noi siamo nell'attesa di vedere. Il velo che ci offusca è ancora determinato dalla pochezza della nostra fede nel risorto e dalla non piena accoglienza dello Spirito. Per questo il «poco» che abbiamo ancora da vivere e il «poco» che ci separa dalla mèta è spesso cosparso di pianto e di tristezza. Voglia Dio che sia il desiderio di Lui e l'essere incapaci di una risposta adeguata al suo infinito amore a renderci tristi e a far sgorgare il nostro pianto. Tutti noi sappiamo come colmare quel «poco» e sconfiggere definitivamente la sensazione di un distacco doloroso da Cristo: è la nostra comunione con noi, è la nostra vita modellata al suo Vangelo, è la nostra preghiera che ce lo rende vivo, presente e partecipe della nostra storia. M.B.S.
Per un confronto personale
• Sono convinto che il momento della prova passerà ed Egli tornerà a stare con me?
• «Voi sarete afflitti, ma la vostra tristezza si trasformerà in gioia». Queste parole di Gesù quale effetto hanno nella tua vicenda umana? Come vivi i tuoi momenti di tristezza e di angoscia? P.C.
Quanto ci occupa, ci preoccupa e talvolta ci spaventa, il tempo! Ha un ritmo inarrestabile che ci conduce alla fine; crea così distacchi dolorosi ed inevitabili perdite. È in vista di ciò che ne percepiamo meglio il valore, ma sappiamo che spesso ci sfugge, ci ingoia e ci affligge. Nella visione di Dio «Mille anni sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte». È evidente che presso Dio il calcolo del tempo viene valutato con parametri diversi dai nostri. Per questo gli apostoli non comprendono le parole di Gesù quando dice loro: «Ancora un poco e non mi vedrete; un po' ancora e mi vedrete». «Che cos'è mai questo «un poco» di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». È una cronologia davvero difficile da comprendere, anche perché non è solo tempo quello di cui parla Gesù, ma piuttosto di eventi nuovi, di situazioni nuove che consentiranno di vederlo. Quel «poco» riguarda la fede dei discepoli e la luce dello Spirito Santo, le due lampade che splenderanno nei loro cuori e consentiranno di vederlo realmente. Solo allora la tristezza si cambierà in gioia. Tutti noi siamo nell'attesa di vedere. Il velo che ci offusca è ancora determinato dalla pochezza della nostra fede nel risorto e dalla non piena accoglienza dello Spirito. Per questo il «poco» che abbiamo ancora da vivere e il «poco» che ci separa dalla mèta è spesso cosparso di pianto e di tristezza. Voglia Dio che sia il desiderio di Lui e l'essere incapaci di una risposta adeguata al suo infinito amore a renderci tristi e a far sgorgare il nostro pianto. Tutti noi sappiamo come colmare quel «poco» e sconfiggere definitivamente la sensazione di un distacco doloroso da Cristo: è la nostra comunione con noi, è la nostra vita modellata al suo Vangelo, è la nostra preghiera che ce lo rende vivo, presente e partecipe della nostra storia. M.B.S.
Per un confronto personale
• Sono convinto che il momento della prova passerà ed Egli tornerà a stare con me?
• «Voi sarete afflitti, ma la vostra tristezza si trasformerà in gioia». Queste parole di Gesù quale effetto hanno nella tua vicenda umana? Come vivi i tuoi momenti di tristezza e di angoscia? P.C.
Se riuscirai a mantenere vivo un ramo verde nel tuo cuore nell'ora dell'oscurità, allora il Signore verrà e manderà un uccello a cantare da quel ramo all'alba del giorno.
RispondiEliminaProverbio irlandese
Quando tutto sembra oscuro, Gesù può far guizzar la luce! E quando tutto sembra insormontabile Gesù può appianare! Una sola cosa è necessaria: fidarsi di Gesù-Amore, che non lascia mai di soccorrere anche quando sembra tutto perduto.
RispondiEliminaBeata Madre Maria Candida dell'Eucaristia
Come mai non avete riflettuto sul fatto singolare che soltanto i cristiani sono uomini che possiedono la gioia e che nella fede non trovano mai delusione, ma interesse, amore e stupore sempre nuovi?
RispondiEliminaP. Claudel
Sarebbe bello che la gente dicesse di tutti noi che siamo "quelli che fanno suonare le campane": le campane della gioia di pasqua, le campane della speranza.
RispondiEliminaTonino Bello
Signore, mio Dio, tu non ti allontani da chi non si allontana da te: come posso dire che tu sei un assente?
RispondiEliminaS.Giovanni della Croce
"Ancora un poco e non mi vedrete, e un po' ancora e mi vedrete". Per un attimo ancora avrete bisogno di riconoscermi attraverso la carne visibile, tangibile, poi mi vedrete con occhi diversi. Sarete oltre la prova, sarete oltre l'oscurità, perché sarete all'interno della luce, mentre sperimentate la luce.
RispondiEliminaInnocenzo Gargano
Signore, m'era dolce abbandonarmi alla provvidenza quando sentivo crescere la presa che tu avevi in me. Per tutte le ore tristi donami di credere che sei tu a scostare le fibre del mio essere, per penetrare più profondamente in me!
RispondiEliminaPierre Teilhard de Chardin
L'inizio più abituale della contemplazione è quello che avviene attraverso un deserto di desolazione. A mano a mano che avanzi, impari a riposare in questa arida quiete, e sempre più cresce in te la sicurezza di una presenza confortante e possente.
RispondiEliminaThomas Merton
"Il Signore è sempre presente. E' qui, dentro ai tunnel più oscuri. E l'arcobaleno è tanto più bello e la luce tanto più sfavillante quanto più la tempesta è stata violenta e il tunnel oscuro ".
RispondiEliminaMagdeleine di Gesù