MARTEDI’ (Gv 5,1-3.5-16)
Gesù, fonte di guarigione e di purificazione - Gesù entra in uno stabilimento termale dove si accalca una folla di malati, in un’atmosfera da corte dei miracoli. Ne guarisce soltanto uno: un uomo che da solo non è in grado di fare quei pochi passi che lo separano dalla guarigione, e ne è ben consapevole. La presenza di Gesù rende inutile la fonte miracolosa, ormai è la sua persona che porta la salvezza. --- Cfr. Messalino ed. EDB) – Un uomo malato, solo sul letto della sua sofferenza tra “Un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici” spera di potere entrare in piscina, tutte le volte che prova a farlo, viene travolto dagli altri. La speranza, non l’ abbandona e rimane ancora lì in attesa di riuscire ad immergersi. Proprio su di Lui Gesù volge lo sguardo e gli chiede se vuole guarire ed ovviamente risponde di sì. Gli è comandato di alzarsi, prendere il suo lettuccio ed andarsene ed avviene come detto da Gesù. La perseveranza nella speranza salva l’uomo dalla sofferenza, lo guarisce. L’attesa paziente, la consapevolezza che è solo, svantaggiato rispetto agli altri, lo lascia nella sua pacifica attesa, un’attesa che capta l’attenzione di Gesù ed è condotto alla salvezza per una via preferenziale. Il messaggio è rivolto a chi pur non essendo circondato da parenti, amici, “barellieri” ottiene in premio il sollievo nella sofferenza. Egli non è solo perché il Signore e Creatore, l’accompagna e con la sua costante presenza nella sua vita interviene palesemente in tutte le sue necessità. Un messaggio forte ed incisivo tanto da stravolgere gli schemi dei farisei, perché tutto questo avviene di sabato, un giorno in cui è severamente proibito lavorare, ma Gesù rompe ancora questi schemi teorici con la forza del Suo Grande Amore.
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