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La Vera Vite

Spirito Santo

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Corpus Domini

Corpus Domini

Nel Corpo e nel Sangue di Gesù

Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.



Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy


Maria SS. di Montevergine

Maria SS. di Montevergine
Maria SS. di Montevergine

Ti seguitò Signore - Mons.Mario Frisina

giovedì 19 marzo 2009

Riflessioni...risonanze - (scorriamo la III settimana di Quaresima)

GIOVEDI' (Mt 1,16.18-21.24) oppure (Lc 2,41-51) - SAN GIUSEPPPE
Uomo giusto: tutto disponibilità e obbedienza
Omelia dei Monaci Benedettini Silvestrini
l papa Paolo VI, il 19 marzo 1965, nell’omelia rivolta ai fedeli durante la sua visita alla parrocchia di San Giuseppe al Trionfale a Roma, parlando ai presenti si espresse così: “Che cosa di più umile, di più semplice, di più silenzioso, di più nascosto ci poteva offrire il Vangelo da mettere accanto a Maria e Gesù?” Troviamo che la figura di san Giuseppe è delineata dai tratti della modestia, la più popolare, la più comune, la più - si direbbe, usando il metro dei valori umani - insignificante, giacché non troviamo in lui alcun aspetto che ci possa dare ragione della reale grandezza e della straordinaria missione che la provvidenza gli ha affidato. Guardandolo nello specchio del racconto evangelico, san Giuseppe si presenta con i tratti più salienti dell’estrema umiltà: un modesto, un povero, un piccolo, un semplice operaio che nulla ha di speciale, che non lascia, nel Vangelo stesso, nessuno accento della sua voce. Oggi la Santa Chiesa ci invita a contemplare questa figura di sposo della Vergine Maria. Uno invito che ci può aiutare molto ad accogliere alcuni doni, virtù e qualità giuste per la nostra missione che ci è stata affidata da Dio e dalla Chiesa. L’evangelista Matteo nel tessere l’elogio di Giuseppe, lo esaurisce sbrigativamente con una frase: “Giuseppe era giusto”, perché si è impegnato ad eseguire la volontà di Dio; non ha mai avanzato la pretesa di rivendicare uno scampo di autonomia personale per attendere a qualcosa di suo. Davvero era un’anima di preghiera, che non si stancava mai di contemplare con meraviglie il grande mistero che viveva ogni giorno nel suo umile lavoro. Davvero Dio si nasconde nelle “cose” piccole del mondo per distogliere l’uomo dalla tentazione della grandezza. Gli evangelisti ci dicono che Maria: “custodiva tutte queste cose nel suo cuore”: Indubbiamente san Giuseppe stava nella stessa dimensione. L’evangelista Matteo ci presenta Giuseppe, “uomo giusto” che amava e stimava Maria, ma che poi si trovò dinanzi a una situazione molto dolorosa e difficile, che non riusciva, non poteva capire. D’altra parte, vedeva in Maria il segno della maternità, l’attesa di un figlio. Dunque, ha la consapevolezza di trovarsi a tu per tu con un evento misterioso umanamente inspiegabile. L’uomo giusto si abbandonò fiduciosamente al mistero di Dio, e manifestò la sua totale disponibilità. La lettera ai Romani (Rm 4,13.16-18.22; parte della liturgia odierna) è sulla linea del Vangelo. Il Vangelo dice che Giuseppe era un uomo “giusto”, cioè cercava sinceramente la volontà di Dio, non il proprio interesse; la lettera ai Romani, osserva che la giustizia viene dalla fede. Chiediamo la stessa fede, la stessa fiducia, la stessa docilità, la stessa generosità e purezza di amore, per noi e per tutti coloro che hanno responsabilità nella Chiesa, affinché le meraviglie di Dio si attuino anche nel nostro tempo.

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