Nei momenti di difficoltà, quando il peso supera le nostre forze, viene spontaneo rivolgersi al vicino, all’amico, al fratello per chiedergli: dammi una mano! Il Signore Gesù appare ai suoi per confermare la testimonianza dei due discepoli, illuminati sulla via di Èmmaus, mostrando loro le mani con, ancora evidenti, i segni dei chiodi. Sono le mani di Cristo, le mani del Dio vivente, le mani del Crocifisso, che ora, glorioso, vengono mostrate agli Apostoli, perché comprendano il prezzo della pace e godano della gioia del risorto. Da fori di quelle mani sgorga energia divina, sgorga l’augurio della pace e la certezza che Cristo è risorto. Vuole così fugare ogni dubbio, rimuovere il naturale turbamento che assale gli apostoli dinanzi a quella celestiale ed umanissima visione. Nell’ultima cena Gesù aveva detto ai suoi commensali «Prendete e mangiate… Prendete e bevetene tutti» ora esorta i suoi apostoli dicendo: «Toccatemi e guardate…». Poi ad ulteriore conferma, per fugare ancora le ultime loro perplessità, per garantire loro che non hanno a che fare con un fantasma, ma con una persona viva, risorta dalla morte, affinché la gioia di cui stanno godendo, non risulti effimera, chiede loro: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Infine la certezza che illumina e genera la fede piena, Gesù la trae ancora dalle scritture sacre, dalla parola rivelata: «Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture e disse: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno». La piena apertura della mente scaturisce solo dalla fede, la virtù che ci rende certi che in Cristo si adempiono tutte le promesse di Dio, che in lui scopriamo l’indefettibile fedeltà del nostro Padre celeste, che il piano divino di salvezza universale si è avverato nel Risorto. Rigenerati dalla fede e poi confermati dallo Spirito Santo, gli Apostoli e i loro successori potranno adempiere il mandato, che lo stesso Cristo già sta scandendo per loro e per tutti i credenti: «Nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme» e aggiunge, «Di questo voi siete testimoni». M.B.S.
Per un confronto personale. P. C.
• A volte, l'incredulità e il dubbio si annidano nel cuore e indeboliscono la certezza che la fede ci dà nei riguardi della presenza di Dio nella nostra vita. Hai vissuto questa esperienza qualche volta? Come lo hai superato?
• La nostra missione, ed anche la mia missione, è quella di essere testimoni dell'amore di Dio rivelato in Gesù. Sono testimone di questo amore?
Si può credere a molte cose; ma propriamente parlando, non si dà la propria fede se non a qualcuno.
RispondiEliminaH. De Lubac
Teniamoci stretto il potere di collocare dei segni sulla strada a scorrimento veloce che il mondo ha imboccato. Noi siamo delle frecce stradali,, delle frecce che indicano l'ulteriorità, spine dell'inappagamento conficcate nel fianco del mondo per richiamare il mondo: "Ma su che strada stai camminando?". Abbiamo soltanto il potere dei segni!
RispondiEliminaTonino Bello
I libri, i documenti, i ragionamenti non ci potranno mai convincere e convertire. Ciò di cui c'è bisogno è la luce di una vita, l'irradiamento di un volto, il battito di un cuore: è il dono di tutta una vita.
RispondiEliminaMaurice Zundel
Tutto è Cristo per noi e, per quanto noi facciamo e ci sforziamo, il Signore è sempre più grande e la sua misericordia è sempre vincente. Il Regno di Dio è dono gratuito, che nessuna azione umana può meritare.(...) Noi non siamo e non saremo mai all'altezza delle situazioni storiche; se qualcosa di buono compiamo, è dono di Dio.
RispondiEliminaPaolo VI
La Pasqua, celebrazione del mistero dell'amore di Dio, vuole fare del cristiano un essere capace di amare come Cristo stesso l'ha amato. E non è questa una manifestazione delle energie di resurrezione del Cristo rese operanti nella fede del cristiano?
RispondiEliminaEnzo Bianchi
Risorgi, anima mia, con Cristo; dal sepolcro tenebroso del peccato, respira ormai della speranza della resurrezione e della vita eterna. Moriamo per amore di Dio in questa vita, affinché dopo la risurrezione possiamo vivere nella futura; infatti se ora per amore di Cristo moriamo all'egoismo, allora regneremo con Lui nella piena gioia del cielo.
RispondiEliminaLudolfo di Sassonia
La parola di un Maestro spiriturale vivente
RispondiEliminaAccogli le sacre scritture nel cuore e soffermati là pregandole. Il cuore ha una qualità che supera l'affetto, la tenerezza, la compassione. Il cuore è il centro profondo della persona. E' in certo senso il "santo dei santi" dell'uomo.
Padre Matta el Meschin (Egitto)