Anche oggi non ci sono celebrazioni, se non la Liturgia delle Ore ai piedi della Croce insieme ai sacramenti della Penitenza e dell’Unzione degli infermi. Si può amministrare il Viatico ai moribondi. La Chiesa rivive il mistero della sepoltura di Gesù. Si celebra il riposo del Giusto nella speranza della risurrezione, e perciò merita un’attenzione particolare, specialmente nella preghiera che interrompe il silenzio, proprio di questo giorno, la cui discesa agli inferi, cioè nel regno della morte, ha il significato di richiamarci il valore universale della salvezza che si è manifestata a tutti gli uomini che hanno preceduto il Redentore. Gesù ha voluto condividere questo destino umano, al di là della morte, dato che la valenza della sua incarnazione comportava che egli vivesse fino in fondo la sua solidarietà con l’umanità, caduta nel peccato. Ma anche al di fuori del Sabato santo, noi pure possiamo partecipare a questo stato di morte in molte esperienze di vita cristiana: quando ci sentiamo abbandonati da tutti e più nulla ha senso; quando tutto intorno a noi crolla e ci manca un futuro; quando l’aridità interiore giunge perfino a farci dubitare dell’esistenza di Dio; allora dobbiamo essere sostenuti da una fede che crede nonostante tutto, come le donne che indugiano presso il sepolcro del loro amato Signore. Monaci Benedettini Silvestrini
Conoscere insieme l'Amore Vero, l'Amore di Gesù attraverso la Sua Parola.
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La Vera Vite
Spirito Santo
Corpus Domini
Nel Corpo e nel Sangue di Gesù
Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.
Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy
Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy
Maria SS. di Montevergine
Ti seguitò Signore - Mons.Mario Frisina
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Nel cuore della notte, uniti nella preghiera il nostro cuore è scosso da un fremito; l'attesa della voce che ci chiama a prendere la Luce santa, a ricevere il Cristo e a lasciarlo entrare nella nostra anima. Forse nel nostro intimo ci sono le tenebre causate da atti, pensieri, intenzioni, conflitti, desideri, dalla paura! Tuttavia il Cristo viene e ci dice "... Non temere! Io sono il Primo e l'Ultimo e il Vìvente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferì." (Ap. 17-18).
RispondiEliminaMetropolita Iosif