“Lodate Dio nel suo santuario, lodatelo nel suo maestoso firmamento. Lodatelo per le sue imprese, lodatelo per la sua immensa grandezza […]. Ogni vivente dia lode al Signore.”
Con la dossologia di questo salmo che chiude il salterio, la liturgia ci fa rispondere all’invito paolino della prima lettura: “La parola di Dio dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali” (Col 3,16).La vita cristiana è un cammino che ha come meta la pace di Cristo, raggiunta nel segno dell’unità. Un progressivo svincolarsi “dall’uomo vecchio” con le sue passioni per rivestire “l’uomo nuovo” abitato da sentimenti di misericordia, bontà, umiltà, mansuetudine, pazienza… Un convergere verso ciò che unisce secondo il disegno di Dio. Allora tutto il nostro essere diventerà lode e da ogni nostra azione si sprigionerà l’inno di riconoscenza.È la liturgia della vita, quel culto in “spirito e verità” che attinge all’altare e si rifrange nel quotidiano, mantenendo desta la consapevolezza della presenza di un Dio che mi ama immensamente e sostiene il mio impegno a lasciarmi configurare a Cristo.
"Lodate Dio nel suo santuario, lodatelo nel suo maestoso firmamento. Lodatelo per le sue imprese, lodatelo per la sua immensa grandezza […]. Ogni vivente dia lode al Signore."
RispondiEliminaLodare significa struggersi ai suoi piedi in parole di ammirazione e d'amore. Significa ripe-tergli che Egli è infinitamente perfetto, infinitamente amabile, infinitamente amato. Significa dirgli che Egli è buono e che l'amiamo.(Charles de Focauld)
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