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La Vera Vite

Spirito Santo

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Corpus Domini

Corpus Domini

Nel Corpo e nel Sangue di Gesù

Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.



Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy


Maria SS. di Montevergine

Maria SS. di Montevergine
Maria SS. di Montevergine

Ti seguitò Signore - Mons.Mario Frisina

mercoledì 15 dicembre 2010

Riflessioni...Risonanze...scorriamo la III Settimana di Avvento

Mercoledì - Is 45,6-8.18.21-25 Sal 84 Lc 7,19-23: Riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito.

Io sono il Signore Dio tuo

Nel brano che ci viene proposto nelle celebrazione odierna sembra che Dio voglia comunicarci la sua vera identità. Lui solo è Dio e non ve ne sono altri. Credo utile fermare la nostra attenzione e riflessione su alcune affermazioni che ci rivelano la sua divinità. Egli si presenta come creatore di tutte le cose. Ha creato la terra "non come orrida regione ma perché venisse abitata" e a Lui venisse innalzato l'inno di lode. Io sono Dio giusto e salvatore: la salvezza proviene solo da Lui. "Dinanzi a Lui si piegherà ogni ginocchio" e davanti a lui compariranno, pieni di vergogna, quanti non lo hanno accettato come loro salvatore. Ma questo brano contiene quella forte invocazione che la liturgia applica proprio al tempo natalizio: "Stillate, o cieli, dall'alto, e le nubi faccian piovere la giustizia (il Giusto), si apra la terra e produca la salvezza (il Salvatore) e germogli insieme la giustizia (il Giusto)". Entriamo così nel grande progetto di Dio, il progetto della salvezza dell'uomo. Proprio da questa terra, dal fango di questo mondo meraviglioso, di questo cosmo che non riusciremo mai a scoprire, viene a noi il Salvatore, fatto uomo dal grembo della Vergine Maria, dono del cielo all'umanità disorientata, frutto migliore della terra, germoglio della radice di Davide. La parola di Dio tende a convincerci della piena dipendenza da lui. Non siamo noi i creatori, ma è lui e quindi obbedienza amorosa ai suoi comandi, accettazione a quanto egli permette nella nostra vita personale come agli avvenimenti che ci riguardano più o meno da vicino. Data però la radice malata e ribelle della nostra umanità, che tende a proclamare la propria libertà, a gridare il "non serviam", non ti servirò, ecco Dio manda il suo Figlio diletto che nel presepe si fa modello di obbedienza e di umiltà. Voglia il cielo che la vista di questo prodigioso Bambino ci richiami al culto del vero e unico Dio Padre, ci liberi dai tanti ìdoli che ci costruiamo e da quella autosufficienza che tende a deificare l'uomo e a uccidere la fede in lui. M.B.S.

Giornale "A Sua Immagine" - commento di mons. Francesco Ruppi
I discepoli di Giovanni Battista sentendo che Gesù di Nazaret parla alle folle e compie molti miracoli, vanno a domandargli: «sei tu quello che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?». Gesù non risponde direttamente alla domanda, ma riferisce le parole di Isaia: «andate a dire a Giovanni Battista che i ciechi vedono, gli storpi camminano, i muti sentono, i morti risorgono» e poi proclama una parola, che non dobbiamo mai dimenticare: «ai poveri è annunziata la buona novella», confermando così la profezia di Isaia, che aveva profetizzato i tempi del Messia. Per avere la buona notizia che Dio è padre nostro e noi siamo tutti figli di Dio, dobbiamo accogliere il Vangelo di Cristo, ma dobbiamo anche ricordare che il prossimo Natale non è solo il ricordo della nascita del Salvatore, ma è la rinnovazione di quella nascita e l'inizio della nostra salvezza. Ricordiamo la parola finale del Vangelo di oggi: «beato chi non sarà scandalizzato da me»

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