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La Vera Vite

Spirito Santo

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Corpus Domini

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Nel Corpo e nel Sangue di Gesù

Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.



Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy


Maria SS. di Montevergine

Maria SS. di Montevergine
Maria SS. di Montevergine

Ti seguitò Signore - Mons.Mario Frisina

domenica 12 dicembre 2010

III Domenica di Avvento anno A

Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». Mt 11,2-11

Omelia
dei Monaci Benedettini Silvestrini

Il Battista nel deserto.
Che cosa siete andati a vedere nel deserto? E’ un interrogativo che spinge la gente a riflettere. Non una canna, non un uomo vestito di lusso … Avete incontrato nel deserto un profeta, il messaggero che è venuto a preparare la via, il più grande tra nati di donna, ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Parole misteriose, ma che vogliono farci riflettere sulla grandezza che ci ha regalato battesimo mediante il quale siamo entrati a far parte al nuovo regno di Dio, inaugurato con la morte redentrice del Salvatore. Accogliendo quindi il suo vangelo e vivendolo con coerenza, si diventa più grandi di Giovani perché viviamo nella nuova economia di grazia. Giovanni è in prigione. Avverte che i suoi giorni sono contati. Con un re feroce come Erode non si scherza e tanto meno con la furia di una donna a cui viene rinfacciata la sua spudorata infedeltà. Egli, dalla prigione, invia i suoi discepoli a Gesù per domandare se egli fosse davvero il Messia: Gesù risponde citando Isaia 35,5, che abbiamo ascoltato nella prima lettura, in cui si descrive l’esultanza del popolo che fa ritorno a Gerusalemme, accompagnato dalla natura in festa. Si celebra così quello che spesso viene chiamato “secondo esodo”: il ritorno del popolo ebreo in Gerusalemme dopo la deportazione babilonese. Ma il vero esodo dalla schiavitù del peccato si verifica tramite il Messia che porta gioia in tutti i cuori con guarigioni miracolose e con la liberazione dal dominio del demonio. Alla domanda se fosse proprio lui il Messia, Gesù risponde di riferire al loro maestro quanto vedono e sentono. Il Battista vede terminare la sua missione dal momento che il Messia è arrivato e potrà ormai lasciare questo mondo, contento di aver creato questo contatto tra i suoi discepoli e Gesù, alla cui sequela si metteranno dopo la sua decapitazione. Per entrare nel mistero della fede sono necessarie la calma, la pazienza. E’ quella che raccomanda San Giacomo portando come esempio il contadino che attende con serenità il frutto della seminagione o anche i profeti, che hanno dovuto subire persecuzioni, prigioni e anche morte. Forse Giovanni resta alquanto sconcertato dalle notizie che gli vengono riferite circa l’annunzio di salvezza che Gesù opera con tanta amabilità, con tanta bontà, favorendo i peccatori, gli umili, gli ultimi. Un novità per lui che grida nel deserto. Per noi invece è una dolce notizia perché nella nostra malattia non desideriamo un medico senza cuore che estirpi il male senza misericordia, ma un medico pietoso che guarisca, infondendo fiducia nella ripresa. E’ fonte d’immensa gioia potersi sentire dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati! Va in pace! Questo compie la misericordia di Dio mediante il suo ministro nel sacramento della riconciliazione.

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