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La Vera Vite

Spirito Santo

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Corpus Domini

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Nel Corpo e nel Sangue di Gesù

Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.



Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy


Maria SS. di Montevergine

Maria SS. di Montevergine
Maria SS. di Montevergine

Ti seguitò Signore - Mons.Mario Frisina

martedì 14 dicembre 2010

Riflessioni...Risonanze...scorriamo la III Settimana di Avvento


San Giovanni della Croce - Sacerdote e Dottore della Chiesa - Sof 3,1-2.9-13 Sal 33 Mt 21,28-32: È venuto Giovanni e i peccatori gli hanno creduto.

Un popolo umile e povero.
Il servizio del Signore esige prontezza e coerenza. Nel brano evangelico ci viene presentato il caso di due figli di cui il primo aderisce subito alle richieste del padre per rinnegarle un momento dopo. L’altro invece, dopo un moto di protesta all’ordine ricevuto, esegue la volontà del padre. Alla domanda chi avesse eseguito la volontà del padre, i suoi interlocutori sono costretti dire: “L’ultimo”, quello cioè che in primo momento si era rifiutato. Gesù fa subito la applicazione: “Alla voce di Giovanni voi non avete creduto, mentre i pubblicati e le prostitute hanno accolto la sua voce”. Non è difficile trovarvi un’allusione ai futuri eventi della Chiesa. Il popolo ebreo rinnega Cristo al quale prestano fede i popoli pagani. Si verifica così il “guai” di Sofonìa della prima lettura, i guai contro le città ribelli. Non si tratta tanto di mura quanto di abitanti che non ascoltano la voce del Signore né accettano la correzione. Ma Dio è padrone e creatore dell’uomo. Egli sceglie chi vuole perché il suo nome sia glorificato. Volge però in modo particolare il suo sguardo al povero e all’umile che ricolmerà di ogni bene, anche in premio della sua fedeltà all’alleanza. Non sarebbe fuori posto una riflessione anche più personale. Noi, cristiani, siamo i chiamati a proclamare con la nostra fedeltà il nome del Signore. Quante volte però il nostro comportamento non s’addice alla nostra dignità di Figli di Dio. La nostra fede è frenata all’indifferenza e quindi vengono a mancare i frutti. Non sarà mai che popoli nuovi, pieni di fervore, magari dalla Cina, entrino nel regno di Dio e noi ne siamo cacciati a causa della nostra incoerenza e superficialità?

Giornale "A Sua Immagine" - commento di mons. Francesco Ruppi

La parabola dei due figli, di cui uno risponde che va lavorare, ma non ci va l'altro che si rifiuta, e poi ci va, ci fa capire che non sono le parole che servono, ma sono i fatti che ci fanno riconoscere se siamo uomini retti o falsi e se siamo davvero figli di Dio. Il primo figlio sembra obbediente, ma in realtà è assai disobbediente, mentre il secondo sembra disobbediente, ma è assai più ubbidiente del primo. Gesù coglie questa occasione, per dire che i peccatori e le prostitute arrivano nel Regno  dei cieli prima di tanti impostori, anche se intelligenti e colti, perché i peccatori e le prostitute, se sono davvero pentiti, vedono la gloria di Dio, mentre quelli presuntuosi e le persone sprezzanti rimangono indietro. Gesù ha detto una volta (Mt 7,21) non chi dice: «Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che compie la volontà del Padre mio». Non dimentichiamolo mai.





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