La fatica e il meritato riposo
Quello che oggi il vangelo ci narra è un bel momento di intimità, tra Gesù e gli Apostoli, reduci dalle loro fatiche missionarie. Hanno da raccontare le loro gioie e le loro delusioni, tutto ciò che hanno detto e fatto, ma ciò che appare più evidente agli occhi del loro maestro è la fatica e la stanchezza dei dodici. Le parole di Gesù hanno accenti materni e pieni di premura per loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'». La calca della gente, l'andirivieni delle persone, l'anelito di annunciare e sanare per adempiere il mandato ricevuto dal Signore, i lunghi e ed estenuanti trasferimenti di villaggio in villaggio, spesso sotto il sole cocente, avevano davvero messo a dura prova la loro resistenza: «non avevano neanche il tempo di mangiare». È bello e consolante costatare che Gesù amorevolmente si accorga dei loro e dei nostri disagi, delle loro e nostre stanchezze fisiche e spirituali e ci chiami in disparte per consentirci di riposare. È il richiamo del giorno del Signore, la domenica, ma non solo. Molto spesso gli apostoli di oggi, nonostante le innumerevoli ed evidentissime testimonianze contrarie, vengono tacciati come nulla facenti. Solo chi lo vive può comprendere il duro ed indefesso lavoro spirituale e fisico di tanti ministri, spesso posti in situazioni di grande disagio. Non sempre ci si rende conto delle loro situazioni difficili a causa di una mentalità diffusa che ritiene che i preti siano solo da criticare e non da aiutare, definendoli inaccessibili e inossidabili. Le premure di Gesù verso gli apostoli ora sono spesso trasferite a persone buone, umili e silenziose, che come le pie donne del Vangelo, provvedono alle necessità dei ministri del Signore. C'è però un insegnamento ed un invito per tutti: per non lasciarsi sommergere dalle faccende del mondo e dalle sue frenesie, occorre ogni tanto, come si suol dire «staccare la spina» e cercare un luogo solitario, in disparte, fuori dal ritmo vertiginoso che rischia di travolgerci, per riposare un poco.
Per un confronto personale
• Gesù si preoccupa del uomo intero, anche del suo riposo. E noi come ci comportiamo con il nostro prossimo?
• Come fai tu quando vuoi insegnare agli altri qualcosa della tua fede e della tua religione? Imiti Gesù?
Datemi tempi di silenzio, spazi di solitudine. E sfiderò la notte.
RispondiEliminaKahil Gibran
Siediti ai bordi dell’aurora, per te si leverà il sole. / Siediti ai bordi della notte, per te scintilleranno le stelle. / Siediti ai bordi del torrente, per te canterà l’usignolo. / Siediti ai bordi del silenzio, DIO ti parlerà.
RispondiEliminaSwami Viveckananda
Cristo, il vero pastore, con la sua venuta poté guarire e convertire la pecorella smarrita e ammalata, cioè l'uomo, risanandola dalla lebbra del peccato.
RispondiEliminaPseudo-Macario
Il punto di appoggio di Archimede per questo mondo è una cella di preghiera, dove un vero orante prega in tutta sincerità; ed egli solleverà la terra. Sì, se esistesse questo orante e la sua vera preghiera, quando chiude la porta, è incredibile quello che egli potrebbe fare.
RispondiEliminaSoren Kierkegaard
Tu sei, Signore, lo Sposo di fuoco e di sole, nel cui cuore io, che "non-sono", comincio ad "essere". Quando in te mi abbandono, in te che mi ami immensamente per primo, anche il mio freddo vivere diventa fuoco e vita e i giorni una fiamma del Signore. Mi consegno tutto a te. Sposami o Signore!
RispondiEliminaUna contemplativa del nostro tempo
Ti loderò contemplando il tuo nome che è "il Signore"; ti benedirò con una benedizione che durerà nei secoli dei secoli, cioè ti loderò mediante la lode della vita.
RispondiEliminaS. Bruno – fondatore dei Certosini
Datemi tempi di silenzio, spazi di solitudine. E sfiderò la notte.
RispondiEliminaKalhil Gibran
Benedici questo popolo, Signore!
RispondiEliminaFa' che stringa la terra con una cintura di mani fraterne,
sotto l'arcobaleno della tua pace.
L. Sedar Senghor