Giovedì- Mc 6,7-13
Gesù, per la prima volta, invia i suoi apostoli in missione di evangelizzazione. Egli vuole che essi facciano, sotto la sua direzione, l’esperienza di quella che sarà la loro vita di pescatori di uomini. Egli pensa che essi abbiano capito che ciò che egli ha condiviso con loro non è destinato solo a loro. L’insegnamento che essi hanno ricevuto non è per un piccolo gruppo di iniziati privilegiati. Un giorno essi dovranno “andare per tutto il mondo e predicare il vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15). Questa evangelizzazione deve sgorgare dall’abbondanza del cuore, dal bisogno di condividere le “ricchezze” che hanno ricevuto. Poiché essi non sono dei propagandisti, ma dei testimoni. Non sono degli stipendiati, ma dei volontari: “Ciò che avete ricevuto gratuitamente, datelo gratuitamente” (Mt 10,8). Ecco perché il Signore insiste sulla povertà: una sola tunica, un solo paio di sandali, il bastone del pellegrino. Essi devono essere accolti non a causa dei loro abiti eleganti, ma a causa della convinzione che mostrano le loro parole e la loro condotta. Quanto alla loro sussistenza, ci sarà sempre un credente in ogni città che vi provvederà. Uno solo è sufficiente, non bisogna andare ogni giorno in una casa diversa. Non cadano nella tentazione di essere ospiti d’onore ogni giorno in una casa. Ciò potrebbe distrarli dalla loro missione. Abbiamo sempre la tentazione di farci coccolare... E se nessuno ci ascolta, è molto semplice: bisogna scrollare la polvere dai sandali e ripartire, a digiuno, verso il prossimo villaggio. La nostra grande tentazione oggi nell’evangelizzazione è di puntare troppo sui mezzi piuttosto che sul contenuto, su una presentazione piacevole piuttosto che sulla convinzione interiore. Gesù non condanna i mezzi, ma ci ricorda che la fede, la generosità, la dimenticanza di sé, la convinzione personale dell’apostolo sono il canale attraverso il quale può penetrare nei cuori il messaggio di Dio. Commento “La Chiesa.it”
Per un confronto personale
• Partecipi nella missione di Gesù come discepolo?
• Qual è il punto più importante per noi oggi nella missione degli apostoli? Perché?
Proprio con il suo corpo l'uomo è non solo aperto alla libertà, ma chiamato alla libertà. Perciò egli non può costruire il suo futuro lasciandosi trascinare dalle sue pulsioni elementari in obbedienza alla fabbrica dei bisogni. Solo dominandole, apre varchi alla speranza in un domani migliore per tutti.
RispondiEliminaMichel Schooyans
Quando le cose si impadroniscono di noi, diventiamo molto poveri. Dobbiamo liberarci dalle cose per essere pieni di Dio.
RispondiEliminaMadre Teresa di Calcutta
Ho predicato contro la miseria, mai contro la povertà. Convinto che sarà la povertà non solo a salvarci rispetto alla vita eterna, ma a salvarci anche nel tempo. Non c'è salvezza senza povertà.
RispondiEliminaDavide Maria Turoldo
Nostro Signore non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ma il sale. Ora il sale su una pelle a vivo è una cosa che brucia, ma le impedisce di marcire...La Parola di Dio è un fero rovente; chi l'insegna non può non scottarsi le mani.
RispondiEliminaGeorges Bernanos
Il cammino interiore che conduce alla libertà è il cammino di chi ha il coraggio di alzare lo sguardo verso il cielo e riconoscere la propria debolezza. Nella debolezza sente il suo nome pronunciato forte e risponde: Chi mi ama? E' a questo punto che nasce l'unicità del proprio cammino che ci conduce a esistere nella libertà.
RispondiEliminaSusanna Tamaro