Mercoledì - Mt 15,29-37
La scena che oggi ci presenta il vangelo è fonte di grande speranza per noi credenti in Cristo, ma anche per tutta l'umanità: molta gente, una grande folla, si raduna intorno a Gesù "recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì". Il redentore, che si era autodefinito "medico", adempie così la sua missione: guarisce i corpi malati e suscita la fede negli astanti, ridona la vista ai ciechi. Quest'opera divina non è mai cessata: è ancora Lui che sana corpi e anime, è ancora lui a sentire compassione di tutte le nostre miserie e di tutte le nostre infermità. Ha compassione anche della nostra fame e, come allora, è ancora lui che è miracolosamente provvido per soccorrere tutte le nostre necessità fisiche e spirituali. Dinanzi alla folla di allora, dinanzi agli affamati di oggi, egli ripete ancora: «Sento compassione di questa folla... e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada». Se però molti svengono e muoiono lungo le strade del mondo, ciò è dovuto ai nostri egoismi, alla mancanza di amore a Dio e al nostro prossimo. Troppo spesso e per troppo tempo lasciamo gemere nell'attesa i poveri del mondo. Dobbiamo ancora accrescere e dilatare la catena della solidarietà e godere nel costatare come anche oggi i miracoli della carità cristiana, diventino motivo di fede nell'unico vero Dio. Gesù così ha pregato per noi: "risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli". Monaci Benedettini Silvestrini
La scena che oggi ci presenta il vangelo è fonte di grande speranza per noi credenti in Cristo, ma anche per tutta l'umanità: molta gente, una grande folla, si raduna intorno a Gesù "recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì". Il redentore, che si era autodefinito "medico", adempie così la sua missione: guarisce i corpi malati e suscita la fede negli astanti, ridona la vista ai ciechi. Quest'opera divina non è mai cessata: è ancora Lui che sana corpi e anime, è ancora lui a sentire compassione di tutte le nostre miserie e di tutte le nostre infermità. Ha compassione anche della nostra fame e, come allora, è ancora lui che è miracolosamente provvido per soccorrere tutte le nostre necessità fisiche e spirituali. Dinanzi alla folla di allora, dinanzi agli affamati di oggi, egli ripete ancora: «Sento compassione di questa folla... e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada». Se però molti svengono e muoiono lungo le strade del mondo, ciò è dovuto ai nostri egoismi, alla mancanza di amore a Dio e al nostro prossimo. Troppo spesso e per troppo tempo lasciamo gemere nell'attesa i poveri del mondo. Dobbiamo ancora accrescere e dilatare la catena della solidarietà e godere nel costatare come anche oggi i miracoli della carità cristiana, diventino motivo di fede nell'unico vero Dio. Gesù così ha pregato per noi: "risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli". Monaci Benedettini Silvestrini
A voi, usciti dal bagno dalle sacre sorgenti, è stato dato il crisma, simbolo e pegno dell'unzione di cui fu unto Cristo. Questa unzione è lo Spirito Santo, di cui il beato Isaia, parlando a nome del Signore nella profezia che lo riguarda, disse: Lo Spirito del Signore è su di me e perciò mi ha unto: mi ha mandato ad annunciare la buona novella ai poveri (Is 61,1).
RispondiEliminaCirillo di Gerusalemme
Tu starai quieta, e io pure starò solo, in attesa — dice il Signore —. Tu starai calma, sola, vicino a me, in silenzio, e io pure in silenzio, solo, vicino a te. E' la vigilia. Poi sarà l'unione, l'alleanza. E dal silenzio fiorirà la gioia della festa.
RispondiEliminaAnna Maria Canopi
Chi riuscirà a far nuovamente germogliare nel cuore umano la tenera pianticella della speranza? Chi, se non il cristiano? La Sacra Scrittura, che gli è posta nelle mani, non è forse dal principio alla fine un messaggio di speranza?
RispondiEliminaPapa Giovanni Paolo II
Signore, ci rechiamo da te per essere guariti dentro, per tornare a vedere il senso della nostra vita. Tu sazi la nostra fame di felicità e ci chiedi di metterci in gioco per saziare i fratelli che oggi incontreremo. Marana thà, vieni Signore Gesù!
RispondiEliminaEremita
Non dobbiamo mai dimenticare che abbiamo due occhi, quindi dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia il male che è in noi e fuori di noi.
RispondiEliminaAbbé Pierre
Il credente è colui che, pur vedendo molti tramonti nella sua vita, sa che Gesù, suo Sole, non tramonta mai.
RispondiEliminaHans Urs Von Balthasar
Ammira e fa tua ogni bellezza che splende attorno a te. Corri la tua avventura a cuore ardito e gioioso, ma sappi che in definitiva, non c'è che Dio che conti. Solamente il suo amore appagherà totalmente il nostro cuore di uomini, troppo grande perché solo questo mondo riesca a colmarlo.
RispondiEliminaGuy De La Rigaudie