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La Vera Vite

Spirito Santo

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Corpus Domini

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Nel Corpo e nel Sangue di Gesù

Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.



Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy


Maria SS. di Montevergine

Maria SS. di Montevergine
Maria SS. di Montevergine

Ti seguitò Signore - Mons.Mario Frisina

domenica 6 dicembre 2009

II Domenica di Avvento

Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:«Voce di uno che grida nel deserto:Preparate la via del Signore,raddrizzate i suoi sentieri!Ogni burrone sarà riempito,ogni monte e ogni colle sarà abbassato;le vie tortuose diverranno dirittee quelle impervie, spianate.Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!». Lc 3,1-6

Omelia
Di
padre Ermes Ronchi

Il Vangelo chiama a con­fronto storia e profezia. La grande storia è rias­sunta da Luca nell'elenco i­niziale di sette nomi propri che tracciano la mappa del potere politico e religioso. Sono sette, a simboleggiar­ne la pienezza e a convoca­re tutto il potere di ogni tem­po e di ogni luogo.Alla geografia dei potenti sfuggono però un deserto, un uomo, una parola. Il quasi-nulla, quanto basta tutta­via a mutare la direzione della storia: mentre a Roma si decidevano le sorti dei po­poli, mentre Pilato, Erode, Anna e Caifa si spartivano il potere su quella terra asso­lata e passionale, su questo meccanismo perfettamen­te oliato, cade un granello di sabbia del deserto, un gra­nello di profezia: la Parola discese, a volo d'aquila, so­pra la sua preda, Giovanni, figlio di Zaccaria e figlio del miracolo, nel deserto.La nuova capitale del mon­do è il deserto di Giuda. Lontano dalle capitali e da­gli imperi, da templi e da pa­lazzi, la profezia è l'estasi di una storia che non basta a se stessa.Nel deserto, dove un uomo vale quanto vale il suo cuo­re, dove è senza maschere e senza paure, solo nel deser­to la goccia di fuoco della profezia può dare il suo frut­to.«La Parola fu su Giovanni». In cinque semplicissimi ter­mini è racchiusa la mia e la tua vocazione. Chiamati ad essere profeti: metto il mio nome al posto di quello del profeta, e so che molte vol­te ormai la Parola è venuta sopra di me, e non mi ha tro­vato. Ma so che deve venire, verrà, perché di me non è stanca. Ha bisogno non di grandi profeti, ma di picco­li e quotidiani che, là dove vivono, incarnino un pro­getto senza inganno o vio­lenza, facciano risuonare parole più profonde, orizzonti chiari, lealtà, coeren­za, giustizia. E la misteriosa e mai revocata scelta di Dio: fare storia con chi non ha storia, scegliere la via della periferia, entrare nel mondo dal punto più basso, da do­ve l'uomo soffre. Ciascuno di noi può diven­tare voce di una Parola, di u­na sillaba di Dio. Ma prima deve essere raggiunto, afferrato, conquistato da Cri­sto. Per questo: «Preparate le vie del Signore», inventa­te vie attraverso le quali la Parola giunga fino al cuore; moltiplicate le strade della seduzione di Dio, date ogni giorno un po' di tempo e un po' di cuore alla lettura del Vangelo, lasciatevi affasci­nare.E poi, nel tuo eremo inte­riore, con perseveranza, rendi continuo come il re­spiro, normale come il pane, il dialogo del cielo.

2 commenti:

  1. I due mondi dell'uomo e di Dio, della terra e del cielo in Cristo sono entrati in collisione non però per un'esplosione bensì per un abbraccio.
    S. Kierkegaard

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  2. Sappi attendere colui che è fuori del tempo, che è al di là di ogni vicissitudine, l'invisibile che si è fatto visibile, l'impassibile che per noi è entrato nel tempo e si è fatto passibile, soffrendo – per liberarci – ogni dolore.
    S. Ignazio di Antiochia

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