Venerdì – Mt 20,20-28
Dal seme della Parola di Dio può germogliare la salvezza – La Parola di Dio non ha una fecondità diversa a seconda di come viene ricevuta. Chiediamo quale terreno offriamo noi alla buona notizia del regno: la soffocheremo o lasceremo che ci trasformi fino a renderci capaci di portare frutto? (Cf. Messalino EDB)
……….C'è un modo di considerare la parola di Dio come oggetto della nostra curiosità invece che come essa è, parola di vita. E un seme, ha detto Gesù. E c'è il rischio di fare come un naturalista che prende in mano un seme, lo osserva, lo seziona, lo esamina al microscopio e, soddisfatta la sua curiosità di studioso, lo butta via. il seme e così la parola di Dio non è fatto per questo, ma per suscitare la vita. Questa parabola è sempre utile per chiunque, perché il nostro atteggiamento verso la parola di Dio facilmente tende a svicolare davanti alle sue esigenze e così a non accogliere le grazie che in essa Dio ci comunica. Molti la studiano, ma senza comprenderla come parola di vita, che può salvare la nostra vita. Dice Gesù che c'è "l'uomo che ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia, ma non ha radice in sé ed è incostante". E qui troviamo un altro motivo che rende molto utile riflettere ripetutamente su questa parabola. Noi cerchiamo la gioia della parola, ed è cosa ottima, ma sovente tutto sembra finire li, perché non abbiamo costanza. Bisogna cercare la vita che è nella parola, con uno sforzo penoso, duro, perché essa possa mettere radici nella terra sassosa del nostro cuore, radici profonde, che resistano a tutte le stagioni. Nella preghiera bisogna essere perseveranti nella parola di Dio, superando la stanchezza, lo scoraggiamento, per trovarvi la sorgente profonda; allora soltanto darà frutti in noi e non sarà solo motivo di una gioia superficiale. Accogliere la parola di Dio è vivere uniti a lui, è prendere sul serio la vita, offrendo con semplicità la nostra vita perché sia feconda per tutto il mondo. (commento “La Chiesa”)
Dal seme della Parola di Dio può germogliare la salvezza – La Parola di Dio non ha una fecondità diversa a seconda di come viene ricevuta. Chiediamo quale terreno offriamo noi alla buona notizia del regno: la soffocheremo o lasceremo che ci trasformi fino a renderci capaci di portare frutto? (Cf. Messalino EDB)
……….C'è un modo di considerare la parola di Dio come oggetto della nostra curiosità invece che come essa è, parola di vita. E un seme, ha detto Gesù. E c'è il rischio di fare come un naturalista che prende in mano un seme, lo osserva, lo seziona, lo esamina al microscopio e, soddisfatta la sua curiosità di studioso, lo butta via. il seme e così la parola di Dio non è fatto per questo, ma per suscitare la vita. Questa parabola è sempre utile per chiunque, perché il nostro atteggiamento verso la parola di Dio facilmente tende a svicolare davanti alle sue esigenze e così a non accogliere le grazie che in essa Dio ci comunica. Molti la studiano, ma senza comprenderla come parola di vita, che può salvare la nostra vita. Dice Gesù che c'è "l'uomo che ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia, ma non ha radice in sé ed è incostante". E qui troviamo un altro motivo che rende molto utile riflettere ripetutamente su questa parabola. Noi cerchiamo la gioia della parola, ed è cosa ottima, ma sovente tutto sembra finire li, perché non abbiamo costanza. Bisogna cercare la vita che è nella parola, con uno sforzo penoso, duro, perché essa possa mettere radici nella terra sassosa del nostro cuore, radici profonde, che resistano a tutte le stagioni. Nella preghiera bisogna essere perseveranti nella parola di Dio, superando la stanchezza, lo scoraggiamento, per trovarvi la sorgente profonda; allora soltanto darà frutti in noi e non sarà solo motivo di una gioia superficiale. Accogliere la parola di Dio è vivere uniti a lui, è prendere sul serio la vita, offrendo con semplicità la nostra vita perché sia feconda per tutto il mondo. (commento “La Chiesa”)
Quello seminato nella terra buona dà frutto (Mt.13,23)
RispondiEliminaBisogna imparare a riconoscere i semi che vivono accanto a noi,e il santo che c'è dentro di noi, che chiede di rinascere e che noi rifiutiamo di lasiare uscire dal limbo. Il più umile atto di amore ci fa vedere che è pronto a venire alla luce in noi come negli altri. (L.Lavelle)
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