Lunedì - Lc 13,10-17
Genera sconforto ed irritazione il comportamento assurdo del capo della sinagoga che si indigna nel vedere Gesù, che impone le mani e guarisce una povera donna afflitta da diciotto anni da un terribile male in giorno di Sabato. Egli la proclama libera dalla sua infermità e le impone le mani. La reazione della donna "raddrizzata" miracolosamente è quello di glorificare Dio, la reazione del capo della sinagoga è una critica assurda e cieca nei confronti del Cristo. Nella sua ottusità e grettezza, citando a sproposito la scrittura sacra, dichiara che ci sono sei giorni in cui si deve lavorare e non in giorno di sabato. Il Signore definisce da ipocriti tale comportamento e tale giudizio. Quanto Gesù ha fatto non può assolutamente essere paragonato al lavoro umano; Egli sta rivelando ancora una volta la centralità della sua missione nei confronti dell'uomo infermo e peccatore. Egli è colui che guarisce e colui che salva. Lo dichiarerà più esplicitamente in altre occasioni: "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera" e altrove dice: "sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato". Capita ancora di sentire e leggere critiche assurde e talvolta blasfeme nei confronti di Cristo, della chiesa e dei suoi ministri e dei suoi fedeli: molto spesso si costata che il lucignolo della ragione umana vorrebbe giudicare e condannare la Luce stessa di Dio! Padri Benedettini Silvestrini
Genera sconforto ed irritazione il comportamento assurdo del capo della sinagoga che si indigna nel vedere Gesù, che impone le mani e guarisce una povera donna afflitta da diciotto anni da un terribile male in giorno di Sabato. Egli la proclama libera dalla sua infermità e le impone le mani. La reazione della donna "raddrizzata" miracolosamente è quello di glorificare Dio, la reazione del capo della sinagoga è una critica assurda e cieca nei confronti del Cristo. Nella sua ottusità e grettezza, citando a sproposito la scrittura sacra, dichiara che ci sono sei giorni in cui si deve lavorare e non in giorno di sabato. Il Signore definisce da ipocriti tale comportamento e tale giudizio. Quanto Gesù ha fatto non può assolutamente essere paragonato al lavoro umano; Egli sta rivelando ancora una volta la centralità della sua missione nei confronti dell'uomo infermo e peccatore. Egli è colui che guarisce e colui che salva. Lo dichiarerà più esplicitamente in altre occasioni: "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera" e altrove dice: "sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato". Capita ancora di sentire e leggere critiche assurde e talvolta blasfeme nei confronti di Cristo, della chiesa e dei suoi ministri e dei suoi fedeli: molto spesso si costata che il lucignolo della ragione umana vorrebbe giudicare e condannare la Luce stessa di Dio! Padri Benedettini Silvestrini
Se la porta del mio cuore dovesse restar chiusa un giorno, abbattila ed entra, non andare via.
RispondiEliminaSe le corde della lira del mio cuore non dovessero cantare il tuo nome un giorno, ti prego, aspetta, non andare via. Se non dovessi svegliarmi al tuo richiamo un giorno, svegliami con la tua pena, che ha forza di tuono, non andare via.
Se un altro sul tuo trono io dovessi porre un giorno, tu, mio Signore Eterno, non andare via.
R. Tagore
Non può essere artefice della pace colui che ha nel cuore risentimenti, violenza, odio. Deve sapere amare, come ha fatto il Signore, anche con quelli che lo hanno crocifisso: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno. Sono schiavi del loro danaro, del loro potere. Se ti conoscessero ti amerebbero. Per questo, provo compassione per loro che non conoscono la forza di questo amore che tu mi hai dato. Dà amore anche a loro Signore». Quanto sarà più bello il mondo se tutti sviluppiamo questa forza di amore.
RispondiEliminaOscar Romero
Che io diventi in te, una persona libera, Signore, e perciò capace per mezzo tuo di "proclamare ai prigionieri la liberazione".
RispondiEliminaEremita
Il nostro Dio è un Dio che veglia e non che sorveglia. Si sorveglia infatti in nome della legge, mentre si veglia in nome della tenerezza.
RispondiEliminaJacques Leclerc
Il diritto di chiamare Dio nostro Padre non l'abbiamo per natura, noi siamo creature, servi. La filiazione, il titolo di figli è un dono, un dono gratuito, una grazia assolutamente immeritata. Ma Dio è veramente nostro Padre e vuole che lo chiamiamo così, vuole che ci comportiamo da figli, vuole che i nostri rapporti con Lui siano quelli dei figli col padre.
RispondiEliminaAugustin Guillerand
Dio, nella sua iniziativa di amore e di misericordia, proietta nell'oscurità della mia psiche, nel profondo della coscienza, la luce del suo progetto e mi porta a scoprire la verità di me stesso, rispetto a ciò che sono chiamato ad essere, a ciò che avrei dovuto essere, a ciò che posso essere con la sua grazia.
RispondiEliminaCarlo Maria Martini
Noi possiamo compiere delle imprese ammirevoli, ma le sole che conteranno sono quelle che promanano dalla carità di Cristo in noi. Al tramonto della nostra vita noi saremo giudicati sull'amore, sulla carità che avremo lasciato crescere e fiorire in misericordia per ogni uomo.
RispondiEliminaRoger Schutz
L'uomo è illogico ed egoista. Non importa: amalo.
RispondiEliminaQuello che hai costruito può essere distrutto in un attimo. Non importa: costruiscilo.
Il bene che fai verrà dimenticato. Non importa: fa' il bene.
Madre Teresa di Calcutta