Sabato – Mc 10,2-16
Gesù affidando la sua missione agli apostoli e ai loro successori li dota di poteri speciali, garantisce loro la sua assistenza e la sua presenza perenne, scaccia da loro ogni paura, li rende pronti ad ogni evenienza, anche all’insuccesso e alle persecuzioni. Li manda come agnelli in mezzo ai lupi, ma profetizza per loro una vittoria finale certa: “non prevarranno”. Comprendiamo in questo contesto la gioia, quasi esplosiva dei discepoli che, al ritorno da una missione, hanno potuto costatare, quasi toccare con mano, la verità delle promesse di Cristo. Essi hanno sperimentato che la potenza del Signore si è trasferita in ciascuno di loro: “anche i demoni si sottomettono nel tuo nome”. Gesù condivide la loro gioia, esulta nello Spirito Santo, rende grazie al Padre per aver rivelato ai “piccoli” i misteri del suo Regno e ribadisce le sue promesse esplicitandole ulteriormente. Oggi ben comprendiamo cosa significhi nella realtà storica “camminare sopra i serpenti e i scorpioni e sopra ogni potenza del nemico”; quel “sopra” ci indica l’oggetto della nostra fede e la dimensione umana ed escatologica della missione che Cristo ha affidato a tutti noi credenti. Ci ricorda anche che i criteri di giudizio per valutare l’efficacia del nostro operare per Lui sono anch’essi al disopra dei raziocini umani. Egli ha voluto però donarci di una speciale promessa, insita nella natura stessa della missione e del mandato e che sarà il motivo più profondo della nostra gioia: “rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti in cielo”. Monaci Benedettini Silvestrini
Gesù affidando la sua missione agli apostoli e ai loro successori li dota di poteri speciali, garantisce loro la sua assistenza e la sua presenza perenne, scaccia da loro ogni paura, li rende pronti ad ogni evenienza, anche all’insuccesso e alle persecuzioni. Li manda come agnelli in mezzo ai lupi, ma profetizza per loro una vittoria finale certa: “non prevarranno”. Comprendiamo in questo contesto la gioia, quasi esplosiva dei discepoli che, al ritorno da una missione, hanno potuto costatare, quasi toccare con mano, la verità delle promesse di Cristo. Essi hanno sperimentato che la potenza del Signore si è trasferita in ciascuno di loro: “anche i demoni si sottomettono nel tuo nome”. Gesù condivide la loro gioia, esulta nello Spirito Santo, rende grazie al Padre per aver rivelato ai “piccoli” i misteri del suo Regno e ribadisce le sue promesse esplicitandole ulteriormente. Oggi ben comprendiamo cosa significhi nella realtà storica “camminare sopra i serpenti e i scorpioni e sopra ogni potenza del nemico”; quel “sopra” ci indica l’oggetto della nostra fede e la dimensione umana ed escatologica della missione che Cristo ha affidato a tutti noi credenti. Ci ricorda anche che i criteri di giudizio per valutare l’efficacia del nostro operare per Lui sono anch’essi al disopra dei raziocini umani. Egli ha voluto però donarci di una speciale promessa, insita nella natura stessa della missione e del mandato e che sarà il motivo più profondo della nostra gioia: “rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti in cielo”. Monaci Benedettini Silvestrini
Sorridere e gioire sempre! Poiché in verità tutto è buono per un'anima che vuole ciò che Dio vuole.
RispondiEliminaMadre Maria Candida dell’Eucaristia
E' il tempo del silenzio, della povertà, dell'assenza, dell'umiltà, dell'attesa. E lo scopo di questa solitudine silenziosa è l'ascolto del Signore che parla di nuovo al cuore della sua Sposa: la Chiesa, l'anima nostra.
RispondiEliminaAnna Maria Canopi
Talvolta Dio consente che avvenga qualcosa d'ingiusto affinché, attraverso circostanze apparentemente inique, si compia qualcosa di grande e di mirabile: attraverso la croce, ad esempio, egli ha dato la salvezza agli uomini.
RispondiEliminaGiovanni Damasceno
L'occhio semplice mira il buon Dio in tutto, anche nelle cose più avverse alla natura, e nelle stesse tenebre scorge la luce.
RispondiEliminaBeata Madre Maria Candida dell'Eucaristia
Quando è abbastanza buio potete vedere le stelle.
RispondiEliminaCharles A. Beard
La voce di un monaco del monte Athos
RispondiElimina"Lo splendore dei santi è la nostra comune eredità, la loro gloria è la nostra gioia. All'interno di tale gioia, e con la speranza di partecipare "più chiaramente" alla luce del volto del Signore, proseguiamo il nostro cammino verso la Gerusalemme celeste, celebrando senza posa la festa della nostra trasfigurazione nella nube luminosa del nostro cuore".
Emiliano di Sìmonos Petra