Sabato - Lc 11,27-28
Bello questo elogio reso alla madre di Gesù! Completato da quello che vi aggiunge Gesù stesso, offre di lei il più perfetto profilo. Sì, Maria è tutta in questo suo accogliere la Parola fino a farla germinare in lei.Madre e al tempo stesso discepola del Verbo. Terreno verginale, totalmente esposto al soffio dello Spirito, in cui la Parola può prendere carne: ed è l’incarnazione del Figlio di Dio, ma è anche il fruttificare del seme al cento per uno.Due realtà che si richiamano e si intersecano a vicenda. È di questo ascolto, che si traduce in adesione piena al volere del Padre e quindi in coinvolgimento nel suo disegno di salvezza, che Dio aveva, anzi ha bisogno per raggiungerci nell’abisso in cui eravamo miseramente caduti.Sì, Dio ne aveva e ne ha bisogno: “nella pienezza dei tempi” perché il Figlio potesse “nascere da donna” – come dice S.Paolo – e così portare a compimento la missione affidatagli dal Padre; oggi, perché ogni uomo possa appropriarsi dei frutti della sua opera redentiva e crescere fino a raggiungere, in unione con i fratelli, la “perfetta statura di Cristo”.In fondo si tratta sempre di rendere possibile il mistero dell’incarnazione: Cristo in mezzo a noi, fratello tra i fratelli, nella sua venuta storica; Cristo in noi, punto focale di comunione e di unità, nella sua costante presenza mistica.E al cuore di questo mistero c’è lei: la Madre. Beata, perché – come proclama Elisabetta – “ha creduto”, si è fidata e si è affidata alla Parola. Beata, perché ha accolto e continua ad accogliere nel suo grembo il Figlio che vuole farsi carne in mezzo a noi e in noi. Beata, perché con tenerezza materna si prende cura di ogni figlio che gli è stato consegnato ai piedi della croce.Ma beati anche quanti sanno lasciarsi da lei condurre a Gesù. Eremo San Biagio
Bello questo elogio reso alla madre di Gesù! Completato da quello che vi aggiunge Gesù stesso, offre di lei il più perfetto profilo. Sì, Maria è tutta in questo suo accogliere la Parola fino a farla germinare in lei.Madre e al tempo stesso discepola del Verbo. Terreno verginale, totalmente esposto al soffio dello Spirito, in cui la Parola può prendere carne: ed è l’incarnazione del Figlio di Dio, ma è anche il fruttificare del seme al cento per uno.Due realtà che si richiamano e si intersecano a vicenda. È di questo ascolto, che si traduce in adesione piena al volere del Padre e quindi in coinvolgimento nel suo disegno di salvezza, che Dio aveva, anzi ha bisogno per raggiungerci nell’abisso in cui eravamo miseramente caduti.Sì, Dio ne aveva e ne ha bisogno: “nella pienezza dei tempi” perché il Figlio potesse “nascere da donna” – come dice S.Paolo – e così portare a compimento la missione affidatagli dal Padre; oggi, perché ogni uomo possa appropriarsi dei frutti della sua opera redentiva e crescere fino a raggiungere, in unione con i fratelli, la “perfetta statura di Cristo”.In fondo si tratta sempre di rendere possibile il mistero dell’incarnazione: Cristo in mezzo a noi, fratello tra i fratelli, nella sua venuta storica; Cristo in noi, punto focale di comunione e di unità, nella sua costante presenza mistica.E al cuore di questo mistero c’è lei: la Madre. Beata, perché – come proclama Elisabetta – “ha creduto”, si è fidata e si è affidata alla Parola. Beata, perché ha accolto e continua ad accogliere nel suo grembo il Figlio che vuole farsi carne in mezzo a noi e in noi. Beata, perché con tenerezza materna si prende cura di ogni figlio che gli è stato consegnato ai piedi della croce.Ma beati anche quanti sanno lasciarsi da lei condurre a Gesù. Eremo San Biagio
«Sapete chi è la Madre di Dio e quanto onore, quanto potere e quanta misericordia ha? È la nostra Madre, perché ha pietà per i poveri, le vedove e tutti i cristiani. Prega continuamente Cristo Salvatore per tutti noi».
RispondiEliminaPadre Cleopa di Sihastria