Venerdì.- Mc 2,1-12
Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati
Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccatiFa parte della missione della Chiesa e di ogni cristiano farsi portatore delle altrui infermità. Tale dovere deriva dalla esperienza che felicemente ci è toccata, quando Cristo, il figlio di Dio, si è caricato, Lui per primo dei nostri peccati, pagando il nostro debito a prezzo della vita. C'è sempre sulla nostra strada qualcuno malconcio che implora il nostro aiuto. Noi stessi potremmo aver bisogno di un buon samaritano che si prenda cura selle nostre ferite o ci conduca dove e da chi poter recuperare la salute. Questo dovere e questa missione sembrerebbe sia in crisi ai nostri giorni, visto il comportamento di certi pirati della strada e non solo loro. Capita troppo spesso di fare del male agli altri e poi abbandonarli stremati a se stessi. La carità, quando è vera e disinteressata, costa sacrificio: i quattro del vangelo di oggi debbono superare non poche difficoltà per calare dal tetto il povero paralitico. La loro fede viene però abbondantemente premiata: "Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». È quindi la fede dei portatori che ottiene prima il perdono dei peccati e poi la guarigione al paralitico dal suo male fisico. Gesù ribadisce così alcune importanti verità: la paralisi dello spirito è più grave di quello che immobilizza il corpo. Egli è il figlio di Dio e ha il potere non solo di guarire, ma anche di rimettere i peccati, checché ne dicano gli scribi. La finale dell'episodio risuona come un inno di lode e di ringraziamento: "tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
La storia è il tempo della misericordia, della pazienza, del perdono e della riconciliazione.
RispondiEliminaBenoit Standaert
La fede non è un approdo, ma un sicuro orientamento di grazia verso l’approdo. La traversata continua e faticosamente. Chi non ha la grazia di credere è tentato dall’incertezza e dal timore del niente. Chi ha la grazia di credere è travagliato dalla luce stessa che gli fu comunicata.
RispondiEliminaPrimo Mazzolari
Il cristiano non è né ottimista né pessimista. Egli sa che la storia non è solo una serie di cause e di effetti meccanici che la condannano a un determinismo implacabile. C'è spazio anche per le forze dell'intuizione.
RispondiEliminafrere Roger
Noi siamo beati se osserviamo le leggi di Dio, vivendo nella concordia e nell'amore, e questo perché la carità cancellerà i nostri peccati.
RispondiEliminaS. Clemente
Conserviamoci santi ed esemplari nella fede che abbiamo accettato, per poter supplicare con confidenza Dio, il quale ci ha detto: Mentre ancora tu starai parlando, io ti dirò: eccomi! Questa espressione scritturistica è una grande promessa, perché in essa il Signore si dichiara più pronto lui a dare che l'uomo a chiedere.
RispondiEliminaS. Clemente
Magari volessimo, fratelli, magari volessimo tutti renderci ben conto della paralisi del nostro spirito! Vedremmo l'anima nostra, spogliata delle virtù, distesa sul giaciglio dei vizi; ci apparirebbe chiaro che Cristo, mentre guarda ogni giorno ai nostri nocivi desideri, ci attira e ci sollecita, anche se riluttanti, a salutari rimedi.
RispondiEliminaPier Crisologo
L'educazione dei giovani deve essere impostata in modo da suscitare uomini e donne di forte personalità, capaci di assumersi la propria parte nelle comuni imprese, e di assolvere così un preciso dovere di coscienza.
RispondiElimina(cf GS n°31)
Quando scendiamo nel nostro cuore, siamo a casa nostra; quando non conosciamo questa dimora, siamo dei senza tetto.
RispondiEliminaTeofane il Recluso