Sabato -- Sant'Alfonso Maria de’ Liguori - - Mt 14,1-12
Messo a morte perché profeta – Giovanni Battista aveva denunciato, in nome di Dio, il peccato di Erode. L’amante di quest’ultimo, Erodiade, riesce a far sì che il profeta venga ucciso, approfittando di un giuramento che sua figlia Salome aveva ottenuto dal re. Così la morte di Giovanni annuncia quella di Gesù: entrambi vengono condannati per avere reso testimonianza alla verità. (Cf. Messalino EDB)
La liturgia di oggi ci propone una delle pagine più crudeli del Vangelo: il martirio di Giovanni Battista. Il precursore del Signore lo anticipa anche con l’effusione del sangue in nome della verità. Il suo coraggio è premiato con la corona gloriosa del martirio. La difesa dei valori fondamentali della vita non può ammettere compromessi. E’ duro, per noi applicare fino in fondo questa legge. Siamo tentati a considerare questo episodio con un brillante esempio della vita di un santo ma che è lontano dalla nostra vita. Volgiamo invece l’attenzione di Erode, che sembra riluttante ad essere complice di quello che è un omicidio eppure compie un gesto obbrobrioso. Erode, senza rendersene conto, è costretto però, costretto ad accettare il martirio di Giovanni non solo dal desiderio di vendetta di Erodìade; è proprio la sua condotta di vita che lo conduce inesorabilmente a scelte drammatiche. E’ qui l’insegnamento anche per noi, in tutte le situazioni della vita e non necessariamente così estreme. E’ l’invito a considerare sempre la nostra condotta di vita piuttosto che colpevolizzare sempre «gli altri» per scelte che sentiamo non conformi alla vera giustizia. Cerchiamo di vedere quanto effettivamente noi siamo costretti a subire i condizionamenti esterni o piuttosto non siamo sempre alla ricerche di scusanti per i nostri atteggiamenti. (Monaci Benedettini Silvestrini)
Messo a morte perché profeta – Giovanni Battista aveva denunciato, in nome di Dio, il peccato di Erode. L’amante di quest’ultimo, Erodiade, riesce a far sì che il profeta venga ucciso, approfittando di un giuramento che sua figlia Salome aveva ottenuto dal re. Così la morte di Giovanni annuncia quella di Gesù: entrambi vengono condannati per avere reso testimonianza alla verità. (Cf. Messalino EDB)
La liturgia di oggi ci propone una delle pagine più crudeli del Vangelo: il martirio di Giovanni Battista. Il precursore del Signore lo anticipa anche con l’effusione del sangue in nome della verità. Il suo coraggio è premiato con la corona gloriosa del martirio. La difesa dei valori fondamentali della vita non può ammettere compromessi. E’ duro, per noi applicare fino in fondo questa legge. Siamo tentati a considerare questo episodio con un brillante esempio della vita di un santo ma che è lontano dalla nostra vita. Volgiamo invece l’attenzione di Erode, che sembra riluttante ad essere complice di quello che è un omicidio eppure compie un gesto obbrobrioso. Erode, senza rendersene conto, è costretto però, costretto ad accettare il martirio di Giovanni non solo dal desiderio di vendetta di Erodìade; è proprio la sua condotta di vita che lo conduce inesorabilmente a scelte drammatiche. E’ qui l’insegnamento anche per noi, in tutte le situazioni della vita e non necessariamente così estreme. E’ l’invito a considerare sempre la nostra condotta di vita piuttosto che colpevolizzare sempre «gli altri» per scelte che sentiamo non conformi alla vera giustizia. Cerchiamo di vedere quanto effettivamente noi siamo costretti a subire i condizionamenti esterni o piuttosto non siamo sempre alla ricerche di scusanti per i nostri atteggiamenti. (Monaci Benedettini Silvestrini)
Martirologio Romano: Memoria di sant’Alfonso Maria de’ Liguori, vescovo e dottore della Chiesa, che rifulse per la sua premura per le anime, i suoi scritti, la sua parola e il suo esempio. Al fine di promuovere la vita cristiana nel popolo, si impegnò nella predicazione e scrisse libri, specialmente di morale, disciplina in cui è ritenuto un maestro, e, sia pure tra molti ostacoli, istituì la Congregazione del Santissimo Redentore per l’evangelizzazione dei semplici. Eletto vescovo di Sant’Agata dei Goti, si impegnò oltremodo in questo ministero, che dovette lasciare quindici anni più tardi per il sopraggiungere di gravi malattie. Passò, quindi, il resto della sua vita a Nocera dei Pagani in Campania, tra grandi sacrifici e difficoltà.
RispondiEliminaIl popolo lo conosceva un profeta (Mt 15,5)
RispondiEliminaCi saranno sempre nella chiesa uomini capaci di annunciare con la forza dello Spirito e in virtù di una missione divinamente affidata loro per il bene della chiesa stessa, la realtà di Dio e del cristo come una verità attinta direttamente alla sua fonte (K. Rhaner e H.Vorgrimier)
RispondiEliminaun grande grandissimo santo. le sue visite al suo santissimo sacramento hanno segnato il mio modo di intendere la Grazia che nasce dal Tabernacolo. Ti saluto e ti auguro ogni bene, pure io non godo di buona salute... ma si tira avanti con fede e pazienza. un abbraccio
RispondiElimina“Ti benedica il Signore e ti protegga. / Il Signore faccia brillare il suo volto su di te / e ti sia propizio. / Il Signore rivolga su di te il suo volto / e ti conceda pace” (Nm 6,24-26).