La strada che conduce alla vita – L’incontro di Gesù con il giovane ricco, mette in luce la novità della vita cristiana. A quest’uomo che desidera fare tutto il bene possibile. Gesù non chiede di fare qualcosa di più, ma di seguirlo, e per questo di liberarsi delle proprie ricchezze. Se il giovane si rattrista e perché non ha capito che la vita eterna appartiene a un ordine, diverso da quello di tutti gli altri beni.(cfr. Messalino EDB)
Se vuoi essere perfetto
Va subito detto che tendere alla perfezione è un dovere di ogni cristiano, ciascuno nel suo stato di vita. È un comando del Signore: "Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste". È invece mentalità comune che la perfezione che coincide con la santità sia una meta riservata a pochi. Ciò deriva dal fatto che solo alcuni la chiesa elenca nella schiera dei santi e li propone a modello e protezione nostra. Resta però sempre vero che tutti dobbiamo conseguire la meta. Possiamo quindi fare la nostra la richiesta dell'anonimo del Vangelo che chiede a Gesù: «Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?». La risposta di Gesù si articola in due momenti: prima egli ricorda e detta ciò che è essenziale per avere la vita eterna, l'osservanza cioè dei dieci comandamenti, poi indica una via privilegiata che può condurre alla perfezione della santità. Tale via implica il distacco totale ed incondizionato da tutti i beni e le umane sicurezze per seguire Cristo povero, casto ed obbediente. Nel proseguo della conversazione emerge un grosso ostacolo alla sequela di Cristo. È l'attaccamento ai beni di questo mondo o forse ancor più il dubbio circa le garanzie che Gesù stesso offre a coloro che lo seguono. Le ricchezze e le sicurezze di questo mondo per quanto fragili e passeggere possano apparire, esercitano sempre un grande fascino e una grande tentazione per l'uomo. Non ci stupisce più di tanto perciò che quel signore che aveva potuto affermare con verità di aver osservato tutti i comandamenti sin dalla sua infanzia, che anelava ai beni celesti, che voleva scoprirne la via migliore per raggiungerli, se sia poi andato "triste perché possedeva molte ricchezze". Sì, davvero i beni di questo mondo, ci posseggono talvolta e ci appesantiscono vietandoci di volare verso Dio.( Monaci benedettini Silvestrini)
"Che mi manca ancora? "
RispondiEliminaSe il nostro distacco non è effettivo, se non sentiamo gli spigoli vivi del sacrificio strapparci l'anima e il cuore, se ci accontentiamo di pronunciare la parola "distacco" con dolcezza, non inganniamoci: non ci siamo ancora.
RispondiElimina(l. Hausherr)