Giovedì – Mt 24,42-51 - Santa Monica
La fede qualcosa di importanteIl vangelo della liturgia odierna appare quasi lugubre, angosciante, paragonando il Signore ad un ladro che viene nella notte. Talvolta ci costruiamo un’immagine della fede in Dio edulcorata, e oggi vi si indulge fin troppo, ma non riusciamo a capirne la serietà e l’impegno che essa comporta. Mi sembra che le due letture siano un richiamo ad intendere la nostra scelta di fede come momento fondante della nostra stessa esistenza. Volevo proporvi uno stralcio di Padre Enzo Bianchi, ve lo propongo a commento delle due letture e provate a considerarlo come una seria riflessione non sulle “cose ultime”, ma “sulle cose importanti”: «E’ sconcertante come oggi la fede sia relegata ad essere una cosa tra le altre, accanto al lavoro, al footing, allo studio, alla dieta. Ci pensavo perché oggi, a causa del tema “fuoco”, ricordavo la sistematica reazione di una catechista quando, in occasione del loro ritiro per la cresima che fanno in monastero, racconto ai ragazzini che il fuoco è uno dei simboli della fede e che come il cero pasquale (simbolo di Cristo) si consuma facendo fuoco, così anche noi dovremmo bruciare per la nostra fede. Così poi racconto sempre l’apologo della famosa farfalla che per conoscere il segreto del fuoco decide di immergervisi. “Una sola farfalla ora conosce il mistero del fuoco - dice alla fine della storia la saggia farfalla al raduno delle altre farfalle - ma lei sola ora lo sa e lo comprende”. Beh ogni volta che racconto la storia alla fine mi devo sorbire la catechista che si sente in dovere di “ridimensionare” i ragazzini e non sconvolgerli troppo, dicendo che noi non dobbiamo pensare che la fede vuol dire consumarsi, morire, ma che invece è una bella cosa che fa calore, che splende… e così se i ragazzini se un attimo (forse!) hanno pensato di trovarsi di fronte ad una cosa seria, subito dopo il “sano intervento ridimensionatore” tirano un sospiro di sollievo perché capiscono che possono inserire la fede dopo il nuoto e prima dei cartoni animati. Beh io credo che questa cosa alla fine la scontiamo, se appunto Dio è fuoco divorante. Porsi il problema della morte, della nostra morte, è l’unico modo per porsi il vero problema del senso della vita (che infatti oggi spesso sfugge). Ci chiediamo più come e per che cosa vogliamo vivere e morire (che non è solo proprio il morire ultimo ma quel consumarsi, bruciare, ardere!)? Per che cosa consumiamo le nostre energie?». Monaci Benedettini Silvestrini
Conoscere insieme l'Amore Vero, l'Amore di Gesù attraverso la Sua Parola.
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La Vera Vite
Spirito Santo
Corpus Domini
Nel Corpo e nel Sangue di Gesù
Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.
Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy
Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy
Patronato: Donne sposate, Madri, Vedove
RispondiEliminaEtimologia: Monica = la solitaria, dal greco
Martirologio Romano: Memoria di santa Monica, che, data ancora giovinetta in matrimonio a Patrizio, generò dei figli, tra i quali Agostino, per la cui conversione molte lacrime versò e molte preghiere rivolse a Dio, e, anelando profondamente al cielo, lasciò questa vita a Ostia nel Lazio, mentre era sulla via del ritorno in Africa.
La fede è sentire sempre la presenza di Dio nella propria vita.
RispondiEliminaGrazie Leandro, è proprio questa la via principale: "Cercare"... "sentire e gustare" ...la presenza di Dio in tutte le "cose", fare "esperienza" della Sua presenza nella nostra vita, nella nostra storia..
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