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La Vera Vite

Spirito Santo

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Corpus Domini

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Nel Corpo e nel Sangue di Gesù

Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.



Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy


Maria SS. di Montevergine

Maria SS. di Montevergine
Maria SS. di Montevergine

Ti seguitò Signore - Mons.Mario Frisina

domenica 2 agosto 2009

XVIIII Domenica del Tempo Ordinario

In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». Gv 6,24-35

Omelia
di
padre Ermes Ronchi



Dio non chiede, si dona per primoIl lago si è riempito di barche e di speranze, l’incontro germoglia di domande. Rabbi, quando sei venuto qua? Ti stiamo cercando, perché ti na­scondi? E Gesù svela la sua distanza: molto di più di un lago c’è di mezzo tra me e voi... Incompreso, è sempre sull’altra riva.Ma non si arrende. Lui che ha sfamato la folla, ora ne diventa l’affamatore, vuole svegliare un’altra fame, per un pane diverso.Cosa dobbiamo fare per a­vere questo pane? La rispo­sta è sorprendente: credere, aderire. Sono io che riapro le vie del cielo, che do sen­so, profondità, forza e can­to alla vita. Credere, ma con fede pura: Voi mi cercate so­lo perché avete mangiato!Gesù interroga la mia fede illusoria: io amo Dio o i fa­vori di Dio? Abramo, padre dei credenti, ama Dio più delle promesse di Dio; i profeti credono nella Paro­la di Dio più ancora che nel­la sua realizzazione. E io? A­mo i doni che attendo o a­mo il Donatore? La folla po­ne la terza domanda: qua­le segno (ancora non han­no capito!) fai perché pos­siamo crederti? Mosè ci ha dato la manna, ma tu che cosa ci dai? Gesù risponde cambiando i tempi, dal passato al presente, dal Si­nai al lago di Galilea, e gli attori: non Mosè ha dato, ma Dio; e quel Padre anco­ra dà. 'Dio dà'. Due parole semplicissime eppure chia­ve di volta del Vangelo. Dio non chiede, Dio dà. Dio non pretende, non esige, Dio dà. Non dà pane in cambio di potere, neppure di potere sulle anime. Dio dà vita al mondo. Dà per primo, senza niente in cambio, in perdita. Dio dà vita. A noi spetta però a­prirci, accogliere, dire di sì, acconsentire, credere.Io sono il pane della vita. Pane indica tutto ciò che ci mantiene in vita. Indica a­more, dignità, libertà, co­raggio, pace, energia. Noi viviamo di pane e di sogni, di pane e di bellezza, di pa­ne e di amore, entrambi quotidiani, entrambi ne­cessari per oggi e per do­mani. Gesù è colui che mantiene viva questa vita: Dio è amore e riversa amo­re; Dio è luce e dilaga luce da lui; Dio è eterno e l’eter­nità si insinua nell’istante. Gesù annuncia la sua pre­tesa più alta: io faccio vive­re! Ho saziato per un gior­no la vostra fame, ma pos­so colmare tutta la vostra vita, tutte le profondità del­l’esistenza. L’uomo nasce affamato. Ed è la sua fortu­na: ha avuto in dono un cuore più largo e più profondo di tutte le creatu­re messe insieme. E non può vivere senza mistero. Sete di cielo che non si pla­cherà con larghe sorsate di terra.

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