Venerdì- San Bonifacio - Mc 12,35-37
Il mistero di Gesù – Dio aveva promesso che un discendente di Davide sarebbe stato il messia.
Ma l’inviato di Dio è più che un uomo; in quanto è destinato a condividere la gloria di colui che l’ha mandato e a portare il suo nome di Signore. Cfr. Messalino ed. EDB
In questo brano è Gesù che pone una domanda: ” Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?” Le scritture avevano annunciato la venuta del Messia, del figlio del re Davide, quindi un Re. Tutto questo nel linguaggio dell’epoca significava che l’atteso doveva essere un Re, cioè una persona che avrebbe occupato il trono del padre.
Gesù rivoluziona tutto, nasce in una grotta “al freddo ed al cielo”, nasce da un artigiano, un falegname, Giuseppe, della cosa di Davide, ma non è un re, da Maria, una ragazza umile, semplice, all’apparenza una ragazza come tante altre.
L’insegnamento di Gesù deve mirare, quindi a dimostrare che il Re di cui parla la scrittura, che nel suo reale significato vuole dire: un uomo di alto prestigio, con un grande potere su tutto il su popolo, con un forte esercito…. domina sul suo regno, è sì un Grande “Re”, ma un Re che in realtà è un Padre, un Figlio ed uno Spirito Santo, che ama i suoi figli, donando se stesso fino alla morte in Croce, che Ama di un Amore Vero ed infinito, con un grande esercito, formato da “soldati” che sanno amare, pur nella debolezza della loro natura umana, che ricevono il Suo Amore e lo trasmettono ai fratelli, le cui armi non sono l’arco e la freccia,… ma la Carità, l’umiltà, il perdono……
Un Re il cui regno è l’Amore donato con generosità, gratuità…… Questa è la Missione di Gesù.
Il mistero di Gesù – Dio aveva promesso che un discendente di Davide sarebbe stato il messia.
Ma l’inviato di Dio è più che un uomo; in quanto è destinato a condividere la gloria di colui che l’ha mandato e a portare il suo nome di Signore. Cfr. Messalino ed. EDB
In questo brano è Gesù che pone una domanda: ” Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?” Le scritture avevano annunciato la venuta del Messia, del figlio del re Davide, quindi un Re. Tutto questo nel linguaggio dell’epoca significava che l’atteso doveva essere un Re, cioè una persona che avrebbe occupato il trono del padre.
Gesù rivoluziona tutto, nasce in una grotta “al freddo ed al cielo”, nasce da un artigiano, un falegname, Giuseppe, della cosa di Davide, ma non è un re, da Maria, una ragazza umile, semplice, all’apparenza una ragazza come tante altre.
L’insegnamento di Gesù deve mirare, quindi a dimostrare che il Re di cui parla la scrittura, che nel suo reale significato vuole dire: un uomo di alto prestigio, con un grande potere su tutto il su popolo, con un forte esercito…. domina sul suo regno, è sì un Grande “Re”, ma un Re che in realtà è un Padre, un Figlio ed uno Spirito Santo, che ama i suoi figli, donando se stesso fino alla morte in Croce, che Ama di un Amore Vero ed infinito, con un grande esercito, formato da “soldati” che sanno amare, pur nella debolezza della loro natura umana, che ricevono il Suo Amore e lo trasmettono ai fratelli, le cui armi non sono l’arco e la freccia,… ma la Carità, l’umiltà, il perdono……
Un Re il cui regno è l’Amore donato con generosità, gratuità…… Questa è la Missione di Gesù.
Davide stesso lo chiamava Signore, come dunque può essere suo figlio? (Mc 12,37)
RispondiEliminaI giudei, chiusi alle realtà dello Spirito, non comprendevano nè la grandezza, nè l'umiliazione del messia predetto dalle loro profezie. Non lo credevano così grande da essere eterno, e non l'hanno riconosciuto neppure nel suo abbassamento e nella sua morte (Pascal,Pensieri)
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