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La Vera Vite

Spirito Santo

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Corpus Domini

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Nel Corpo e nel Sangue di Gesù

Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.



Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy


Maria SS. di Montevergine

Maria SS. di Montevergine
Maria SS. di Montevergine

Ti seguitò Signore - Mons.Mario Frisina

domenica 18 settembre 2011

XXV Domwenica del Tempo Ordinario

Sei invidioso perché io sono buono?

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».Mt 20,1-16

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Nel vangelo di oggi si nota la bontà di Dio e l'invidia dei lavoratori. L'invidia è un sentimento da tutti considerato come cattivo; infatti ho tendenza a dire che io non sono invidioso. Però quello che mi lascia perplesso è che se da una parte dico di non essere invidioso, molto facilmente vedo l'invidia negli altri. Da qui la domanda: possibile che io sia cosi diverso dagli altri? E come mai non riesco a vedere in me ciò che cosi facilmente vedo negli altri?
Dire che sono invidioso è come dire che l'altro ha qualche cosa che io non ho; è più ricco, più bello, più intelligente, più libero, più, più, più di me, e di conseguenza io mi sento meno, meno, meno. In altre parole riconoscere che sono invidioso è come dire che sono povero ed è questo che non sopporto.
Come si manifesta? Quando faccio discorsi sulla giustizia o su qualche ingiustizia che denuncio con un'animosità non proporzionale all'argomento discusso. Quando mi scurisco in volto e divento brutto, allora posso domandarmi se sono mosso veramente dal desiderio di fare trionfare la giustizia o non piuttosto dall'invidia.
Invece è molto bello contemplare questo padrone che esce tutto il giorno per verificare se ci sono ancora persone da assumere. Visibilmente non lo fa per se; ama il suo popolo e desidera renderlo felice facendolo lavorare nella sua vigna. Nella sua logica è beato chi arriva prima, perché lavorarci significa diventare protagonisti e non più spettatori nel suo Regno, e non si lascia condizionare da chi è invidioso.
Anche oggi il Signore invita ognuno di noi a lavorare nella sua vigna. Non mi dice cosa devo fare perché chi ha voglia lo vede da se cosa c'è da fare e sa cosa è in grado di fare. L'importante è accogliere questo invito e fare. Posso leggere, scrivere, cantare, pregare, fare catechismo, visitare i malati, pulire la chiesa, aiutare il mio vicino di casa, essere caritatevole sul lavoro; in sintesi sono invitato a testimoniare in parole e opere l'amore di Dio. Il lavoro non manca mai. Siamo tutti invitati a dare il nostro contributo senza rimanere spettatori, e a ciascuno il Signore darà la sua ricompensa non in base ai suoi meriti ma in base ai suoi bisogni. - padre Paul Devreux 

 Video - commento di don Valentino Porcile

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