.

.

La Vera Vite

Spirito Santo

Spirito Santo
vieni...

Corpus Domini

Corpus Domini

Nel Corpo e nel Sangue di Gesù

Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.



Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy


Maria SS. di Montevergine

Maria SS. di Montevergine
Maria SS. di Montevergine

Ti seguitò Signore - Mons.Mario Frisina

giovedì 27 ottobre 2011

Mercoledì della XXX Settimana del Tempo Ordinario

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi». Lc 13, 22-30

/

«Signore, sono pochi quelli che si salvano?».

È uno degli interrogativi fondamentali che ognuno di noi si pone. Tutta la nostra vita è orientata verso un approdo finale, che è appunto la salvezza. Oltre che essere l’obiettivo della nostra fede, per noi esseri umani, fatti ad immagine somiglianza di Dio, è istintivo il bisogno di immergerci di nuovo in Colui donde abbiamo tratto la vita e l’esistenza. Quell’alito che Egli ha soffiato su di noi deve tornare alla sua fonte. Tuttavia con la nostra esistenza stiamo facendo un difficile cammino di ritorno alla Casa paterna donde ci eravamo allontanati, abbagliati dall’illusione della liberta senza confini. Per questo Gesù rispondendo alla domanda afferma: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno». La porta è diventata stretta per noi dopo l’abbandono. Ci è consentito di rientrarvi solo se siamo capaci di diventare piccoli nell’umiltà del pentimento e del filiale abbandono. Non sono ammessi colpevoli ritardi perché ignari del momento e dell’ora in cui lo sposo verrà, se non pronti con l’abito nuziale e con le lucerne accese, potremmo sentirci dire: «Non vi conosco, non so di dove siete». In un altro passo Gesù ci ammonisce: «Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio». Sappiamo che «conoscere» nel linguaggio biblico significa amare, quindi quel «non vi conosco» sarà l’esplicita dichiarazione della nostra mancanza di amore, ciò che spegne la lucerna e imbratta inevitabilmente il nostro abito. A nulla allora servirà vantare superficiali partecipazioni o appartenenze, non potranno essere queste a scusarci dai nostri peccati. L’ammonimento rivolto prevalentemente al popolo eletto, serve anche a noi:ora siamo noi gli invitati alle nozze, noi i prediletti del suo amore, noi i redenti, i salvati, gli attesi alla mensa eterna. La nostra valida risposta è l’amore a Dio e al nostro prossimo.

Nessun commento:

Posta un commento