Sabato - S. Tommaso Apostolo - Gv 20,24-29
Lo ricordiamo tutti come l’Apostolo incredulo, come colui che volle mettere la mano al posto della ferita della lancia e il dito al posto dei chiodi. Egli volle così attingere la fede piena alla fonte stessa dell’amore. È importante credere alla altrui testimonianza, ma non possiamo assolutamente condannare chi vuole comprendere il prezzo dell’amore e toccare i segni della grazia. Molto probabilmente Tommaso, più degli altri era rimasto salutarmene scosso dalle parole che il suo Gesù aveva pronunciato non molti giorni prima, nella sera dell’ultima cena: “questo è il mio corpo, questo è il mio sangue sparso per voi”. Ora Tommaso vuole comprendere fino in fondo, per quanto è possibile alla fragilità umana, il significato pieno di quel dono. Volendo toccare il corpo di Cristo con i segni della sua passione, egli vuole stabilire una intensa ed indefettibile comunione con Cristo. Egli vuole riconoscere quel corpo, che non aveva visto inchiodato alla croce, ma che desidera legare e fondere con il suo, per essergli poi fedele fino alla morte. I segni dei chiodi e le ferite del costato che egli tocca gli consentono di salire con il suo maestro fino al Calvario, fino alla croce per poi godere nel vederlo vivo e risorto, lì presente dinanzi a lui, ancora pronto a fugare ogni dubbio. L’intensità dell’amore talvolta supplisce alla debolezza della fede. Vediamo infatti nella storia di Tommaso l’esplosione simultanea della fede e dell’amore quando dichiara che Cristo è il suo Signore e il suo Dio: «Mio Signore e mio Dio!». E’, tutto considerato, un bel percorso quello che Tommaso compie; egli volge lo sguardo e poi tocca Colui che hanno trafitto. Ci porge un invito che tutti possiamo raccogliere: guardare il crocifisso per immergerci in Cristo, per imprimere nel nostro cuore i germi fecondi della gratitudine della fede e dell’amore.M.B.S.
Per un confronto personale
• Nella società di oggi le divergenze e le tensioni di razza, di classe, di religione, di genere e di cultura sono enormi e crescono ogni giorno. Come svolgere oggi la missione di riconciliazione?
• Nella tua comunità e nella tua famiglia c'è qualche granello di senape, segno di una società riconciliata? P.C.
Gesù Cristo è il principio e la fine. Egli è il re del nuovo mondo. Egli è il segreto della storia. Egli è la chiave dei nostri destini. Egli è il ponte fra la terra e il cielo; egli è per antonomasia il Figlio dell'uomo, perché egli è il Figlio di Dio, eterno, infinito.
RispondiEliminaPaolo VI
La divina clemenza mirabilmente stabilì che quel discepolo incredulo, mentre toccava le ferite nella carne del suo Maestro, sanasse a noi le ferite dell'infedeltà. A noi infatti giova piú l'incredulità di Tommaso che non la fede dei discepoli credenti perché mentre egli, toccando con mano, ritorna alla fede, l'anima nostra, lasciando da parte ogni dubbio si consolida nella fede.
RispondiEliminaGregorio Magno
Quando la comunione tra cristiani è una vita vissuta e non è solo una teoria, diffonde una speranza luminosa. Ed ancor più: può sostenere l'indispensabile ricerca di una pace nel mondo.
RispondiEliminafrère Roger di Taizé
La clemenza del Signore ha agito in modo meraviglioso, poiché Tommaso, con i suoi dubbi, mentre nel suo maestro toccava le ferite del corpo, guariva in noi le ferite dell'incredulità.
RispondiEliminaSan Gregorio Magno
L'abisso inferiore e oscuro chiama l'Abisso superiore, chiama Te che sorpassi ogni intelligenza...Creatore Santo, l'anima mia è informe e deserta e le tenebre ricoprono l'abisso. Dì che la luce sia, e la luce sarà... Illumina, Signore, le mie tenebre, dì all'anima mia: "Sia la luce!", e la luce sarà.
RispondiEliminaGuigo II Certosino
Sopprimiamo spietatamente dal cammino della nostra vita i dubbi, e sostituiamoli immediatamente, appena si presentano, con l'atto di fede nell'Amore. Crediamo questo e avremo la pace, anche quando non sentiremo di averla.
RispondiEliminaAugustin Guillerand
«Una sola cosa ho chiesto al Signore
RispondiEliminaquesta sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita
contemplare la bellezza del Signore
cercare la sua presenza»
Salmo 27,4