Queste erano le cose da fare, senza tralasciare quelle.
In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!». Mt 23,23-26
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L’intero brano evangelico è articolato sull’antitesi esterno/interno, apparenza/verità. Il
nome da dare a tutto questo è ipocrisia. Tra i vizi, è quello più riprovato ed esplicitamente condannato da Gesù. L’ipocrisia è fondamentalmente simulazione di buone qualità che invece non si posseggono e perciò è peccato: contro la verità, spiegavasan Tommaso d’Aquino.
Ciò che conta, per l’ipocrita, è l’esterno. Si tratta, dunque, di una contraffazione, alla cui radice c’è la superbia, una volontà orgogliosa e vanitosa. Nulla, perciò, di più antievangelico.
C’è un altro aspetto che il Vangelo mette in luce, cioè un’attenzione alle minuzie e ai dettagli esterni, che è cosa buona soltanto se è espressione di una conversione interiore ed è collegata alle grandi ispirazioni evangeliche, che sono la giustizia, la misericordia, la fedeltà. Diversamente, sono anch’essefrutto di orgoglio, di disprezzodegli altri. Espressione anch’esse di ipocrisia, insomma. Leggendo queste vere e proprie invettive di Gesù (guai) le metteremo in parallelo con Matteo 6 dove Gesù chiede a noi di non fare come gli ipocriti, perché il Padre vede nel segreto. Più avanti, in Matteo7,1-5 Gesù chiama ipocrita anche chi pretende dagli altri quel che lui non vuol fare.
dal Giornale "A Sua Immagine"
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