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La Vera Vite

Spirito Santo

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Corpus Domini

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Nel Corpo e nel Sangue di Gesù

Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.



Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy


Maria SS. di Montevergine

Maria SS. di Montevergine
Maria SS. di Montevergine

Ti seguitò Signore - Mons.Mario Frisina

venerdì 20 giugno 2014

X chiudi Giovedi della XI settimana del tempo ordinario (anno pari)

Voi dunque pregate così. 

 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Mt 6,7-15

omelia


mercoledì 18 giugno 2014

Udienza Generale di Papa Francesco del 18 giugno 2014

Essere Chiesa è sentirsi nelle mani di Dio che è Padre e ci ama, ci accarezza, ci aspetta e ci fa sentire la Sua tenerezza”.

Papa Francesco, nell’Udienza Generale di oggi, 18 giugno 2014, ha cominciato una serie di catechesi sulla Chiesa, una famiglia che non è ristretta ai sacerdoti, ai vescovi, al Vaticano, ma che si apre a tutta l’umanità. Una realtà che non è nata in laboratorio, ma dall’intervento diretto di Dio nella nostra storia, fin dalla chiamata di Abramo che si è messo in cammino fidandosi della Parola del Signore, fidandosi del Suo amore; e all’interno di questo popolo in cammino è nato Gesù. Non sono mancate, nella storia e neanche oggi, resistenze e tentazione di mercanteggiare con Dio e risolvere le cose a modo nostro ma Dio non si stanca, ha pazienza, e nel tempo continua a educare e a formare il suo popolo, come un padre con il proprio figlio.
Questo è il filmato integrale dell’Udienza; la catechesi del Santo Padre inizia al minuto 26:13:

   
     Dal Libro della Genesi:
Il Signore disse ad Abramo:
“Vattene dalla tua terra,dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò.
Farò di te una grande nazione
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e possa tu essere una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò,
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra”.
Queste le parole di Papa Francesco:
Cari fratelli e sorelle, buon giorno!

E complimenti a voi perché siete stati bravi con questo tempo che non si sa se viene l’acqua se non viene l’acqua, bravi! Avanti! Speriamo di finire l’Udienza senza acqua, che il Signore abbia pietà di noi.Oggi comincio un ciclo di catechesi sulla Chiesa. E’ un po’ come un figlio che parla della propria madre, della propria famiglia. Parlare della Chiesa è parlare della nostra Madre, della nostra famiglia.La Chiesa infatti non è un’istituzione finalizzata a se stessa o un’associazione privata, una ONG, né tanto meno si deve restringere lo sguardo al clero o al Vaticano. La Chiesa siamo tutti, i preti sono parte della Chiesa, ma la Chiesa siamo tutti, non restringerla ai sacerdoti, ai vescovi, al Vaticano, questi sono parte della Chiesa, la Chiesa siamo tutti, tutti famiglia, tutti parte della Madre. La Chiesa è una realtà molto più ampia, che si apre a tutta l’umanità e che non nasce in un laboratorio, la Chiesa non è nata in un laboratorio, non è nata improvvisamente, è fondata da Gesù ma è un popolo con una storia lunga alle spalle e una preparazione che ha inizio molto prima di Cristo stesso.Questa storia, o “preistoria”, della Chiesa si trova già nelle pagine dell’Antico Testamento. Abbiamo sentito il Libro della Genesi: Dio scelse Abramo, nostro padre nella fede, e gli chiese di partire, di lasciare la sua patria terrena e andare verso un’altra terra, che Lui gli avrebbe indicato (Gen 12,1-9). E in questa vocazione Dio non chiama Abramo da solo, come individuo, ma coinvolge fin dall’inizio la sua famiglia, la sua parentela e tutti coloro che sono a servizio della sua casa. Una volta in cammino, così cominciò a camminare la Chiesa, poi, Dio allargherà ancora l’orizzonte e ricolmerà Abramo della sua benedizione, promettendogli una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia sulla riva del mare. Il primo dato importante è proprio questo: cominciando da Abramo Dio forma un popolo perché porti la sua benedizione a tutte le famiglie della terra. E all’interno di questo popolo nasce Gesù. È Dio che fa questo popolo, questa storia, la Chiesa in cammino e lì nasce Gesù, in questo popolo.Un secondo elemento: non è Abramo a costituire attorno a sé un popolo, ma è lo stesso Dio a dare vita a questo popolo. Di solito era l’uomo a rivolgersi alla divinità, cercando di colmare la distanza e invocando sostegno e protezione. La gente pregava gli dei, le divinità. In questo caso, invece, si assiste a qualcosa di inaudito: è Dio stesso a prendere l’iniziativa, ascoltiamo con attenzione: è Dio stesso che bussa alla porta di Abramo e gli dice vai avanti, vattene dalla tua terra, comincia a camminare e io farò di te un grande popolo e questo è l’inizio della Chiesa e in questo popolo nasce Gesù. Dio prende l’iniziativa e rivolge la sua parola all’uomo, creando un legame e una relazione nuova con lui. Uno potrebbe chiedersi: ‘Dio ci parla e noi possiamo parlare a Dio, ma noi possiamo avere una conversazione con Dio?’ Sì, questo si chiama preghiera ed è Dio che ha fatto questo.Così Dio forma un popolo con tutti coloro che ascoltano la sua Parola e che si mettono in cammino, fidandosi di Lui. Questa è l’unica condizione: fidarsi di Dio. Se tu ti fidi di Dio, l’ascolti e ti metti in cammino: questo è fare Chiesa! L’amore di Dio precede tutto. Dio arriva sempre prima di noi. Il profeta Isaia diceva che Dio è come il fiore del mandorlo perché è il primo albero che fiorisce nella primavera, per dire che Dio sempre fiorisce prima di noi, quando noi arriviamo Lui ci aspetta, Lui ci chiama, Lui ci fa camminare sempre in anticipo su noi, e questo si chiama amore perché Dio ci aspetta sempre. Uno potrebbe dire: ‘Ma padre io non credo questo perché se lei sapesse la mia vita è stata tanto brutta, come posso pensare che Dio mi aspetta?’ Dio ti aspetta e se sei stato un peccatore grosso ti aspetta di più e ti aspetta con tanto amore perché Lui è primo; è questa la bellezza della Chiesa: che ci porta a questo Dio che ci aspetta!Abramo e i suoi ascoltano la chiamata di Dio e si mettono in cammino, nonostante non sappiano bene chi sia questo Dio e dove li voglia condurre. Abramo si mette in cammino di questo Dio che gli ha parlato ma non aveva un libro di teologia per studiare cosa fosse questo Dio, si fida! Si fida dell’amore; Dio gli fa sentire l’amore e lui si fida. Questo però non significa che questa gente sia sempre convinta e fedele, anzi, fin dall’inizio ci sono le resistenze, il ripiegamento su sé stessi e sui propri interessi e la tentazione di mercanteggiare con Dio e risolvere le cose a modo proprio. Questi sono i tradimenti e i peccati che segnano il cammino del popolo lungo tutta la storia della salvezza, che è la storia della fedeltà di Dio e dell’infedeltà del popolo. Dio, però, non si stanca, Dio ha pazienza, tanta pazienza, e nel tempo continua a educare e a formare il suo popolo, come un padre con il proprio figlio. Dio cammina con noi. Il profeta Osea dice: “Io ho camminato con te e ti ho insegnato a camminare come un papà insegna a camminare a un bambino”, bella figura di Dio! E così è con noi, ci insegna ad andare. Ed è lo stesso atteggiamento che mantiene nei confronti della Chiesa. Anche noi infatti, pur nel nostro proposito di seguire il Signore Gesù, facciamo esperienza ogni giorno dell’egoismo e della durezza del nostro cuore. Quando però ci riconosciamo peccatori, Dio ci riempie della sua misericordia e del suo amore. E ci perdona, ci perdona sempre.Ed è proprio questo che ci fa crescere come popolo di Dio, come Chiesa: non è la nostra bravura, non sono i nostri meriti, siamo poca cosa noi, non è quello, ma è l’esperienza quotidiana di quanto il Signore ci vuole bene e si prende cura di noi. È questo che ci fa sentire davvero suoi, nelle sue mani, e ci fa crescere nella comunione con Lui e tra di noi. Essere Chiesa è sentirsi nelle mani di Dio che è Padre e ci ama, ci accarezza, ci aspetta, ci fa sentire la Sua tenerezza. E questo è molto bello.Cari amici, questo è il progetto di Dio (quando ha chiamato Abramo pensava a questo): formare un popolo benedetto dal suo amore e che porti la sua benedizione a tutti i popoli della terra. Questo progetto non muta, è sempre in atto. In Cristo ha avuto il suo compimento e ancora oggi Dio continua a realizzarlo nella Chiesa. Chiediamo allora la grazia di rimanere fedeli alla sequela del Signore Gesù e all’ascolto della sua Parola, pronti a partire ogni giorno, come Abramo, verso la terra di Dio e dell’uomo, la nostra vera patria, e così diventare benedizione, segno dell’amore di Dio per tutti i suoi figli. A me piace pensare un altro nome che possiamo avere noi come cristiani: gente che benedice, il cristiano con la sua vita deve benedire sempre, benedire Dio e benedire anche tutti noi. Noi cristiani siamo gente che benedice! Che sa benedire! È una bella vocazione questa.

Mercoledì della XI settimana del Tempo Ordinario

Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. 

 Dal Vangelo secondo Matteo

 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente, In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà» Mt 6,1-6,16-18


 

Omelia di papa Francesco............

martedì 17 giugno 2014

Martedì della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Amate i vostri  nemici.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: "Amerai il tuo prossimo" e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che èneicieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Mt 5,43-48

"I Corrotti uccidono"

                                                                                                                                                                



Questa è la trascrizione:
“Questa è la definizione: è una merce! Poi cosa farà il Signore con i corrotti, qualsiasi sia la corruzione… Ieri abbiamo detto che c’erano tre tipi, tre gruppi: il corrotto politico, il corrotto affarista e il corrotto ecclesiastico. Tutti e tre facevano del male agli innocenti, ai poveri, perché sono i poveri che pagano la festa dei corrotti! Il conto va a loro. Il Signore dice chiaramente cosa farà: ‘Io farò venire su di te una sciagura e ti spazzerò via. Sterminerò a Acab ogni maschio, schiavo o libero in Israele’”.
“Sono traditori i corrotti, ma di più. La prima cosa nella definizione del corrotto è uno che ruba, uno che uccide. La seconda cosa: cosa spetta ai corrotti? Questa è la maledizione di Dio, perché hanno sfruttato gli innocenti, coloro che non possono difendersi e lo hanno fatto con i guanti bianchi, da lontano, senza sporcarsi le mani. La terza cosa: ma c’è una uscita, una porta d’uscita per i corrotti? Sì! ‘Quando sentì tali parole, Acab si stracciò le vesti, indossò un sacco sul suo corpo e digiunò. Si coricava con il sacco e camminava a testa bassa. Cominciò a fare penitenza’”.
“Quando noi leggiamo sui giornali che questo è corrotto, che quell’altro è un corrotto, che ha fatto quell’atto di corruzione e che la tangente va di qua e di là e anche tante cose di alcuni prelati, come cristiani il nostro dovere è chiedere perdono per loro e che il Signore gli dia la grazia di pentirsi, che non muoiano con il cuore corrotto…”

lunedì 16 giugno 2014

Lunedì della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)


Io vi dico di non opporvi al malvagio.


Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio" e "dente per dente". Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pòrgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle». Mt, 5, 38-4


“La corruzione viene pagata dai poveri”. Omelia di Papa Francesco del 16 giugno 2014

Papa Francesco, nell’omelia della Messa celebrata oggi, 16 giugno 2014, a Casa Santa Marta, ha preso spunto dalla Prima Lettura (1 Re 21, 1-16), nella quale il re Acab, attraverso la corruzione e l’uccisione di un uomo, riesce ad impossessarsi di un terreno, per parlare di come siano sempre i poveri a pagare i danni causati dalla corruzione dei potenti. La pagano in termini di servizi non erogati e nel caso di prelati corrotti, in termini di mancata attenzione spirituale. E l’unica strada per uscire dalla corruzione, ha detto Papa Francesco, è il servizio.
Questa è la trascrizione:


“Sui giornali noi leggiamo tante volte: ah, è stato portato in tribunale quel politico che si è arricchito magicamente. E’ stato in tribunale, è stato portato in tribunale quel capo di azienda che magicamente si è arricchito, cioè sfruttando i suoi operai. Si parla troppo di un prelato che si è arricchito troppo e ha lasciato il suo dovere pastorale per curare il suo potere. Così i corrotti politici, i corrotti degli affari e i corrotti ecclesiastici. Dappertutto ce ne sono. E dobbiamo dire la verità: la corruzione è proprio il peccato a portata di mano, che ha quella persona che ha autorità sugli altri, sia economica, sia politica, sia ecclesiastica. Tutti siamo tentati di corruzione. E’ un peccato a portata di mano. Perché quando uno ha autorità si sente potente, si sente quasi Dio”.“Se parliamo dei corrotti politici o dei corrotti economici, chi paga questo? Pagano gli ospedali senza medicine, gli ammalati che non hanno cura, i bambini senza educazione. Loro sono i moderni Nabot, che pagano la corruzione dei grandi. E chi paga la corruzione di un prelato? La pagano i bambini, che non sanno farsi il segno della croce, che non sanno la catechesi, che non sono curati. La pagano gli ammalati che non sono visitati, la pagano i carcerati che non hanno attenzioni spirituali. I poveri pagano. La corruzione viene pagata dai poveri: poveri materiali, poveri spirituali”.“Oggi, offriamo la Messa per questi – tanti, tanti… – che pagano la corruzione, che pagano la vita dei corrotti. Questi martiri della corruzione politica, della corruzione economica e della corruzione ecclesiastica. Preghiamo per loro. Che il Signore ci avvicini a loro. Sicuramente era molto vicino a Nabot, nel momento della lapidazione, come era molto vicino a Stefano. Che il Signore gli sia vicino e gli dia forza per andare avanti nella loro testimonianza, nella propria testimonianza”.

Il tanto desiderato ritorno

Carissimi amici,
Con gioia vi comunico che il mio stato di salute mi ridà la possibilità di riprendere il mio cammino,
purtroppo non vi posso dire che fisicamente  non sto meglio, ma che ho potuto fare chiarezza con i nuovi problemi e raggiunto quell'equilibrio necessario per riprendere il nostro cammino.






Ringrazio coloro che mi hanno aspettato e spero che diventeremo sempre più numerosi.

sabato 7 gennaio 2012

Venerdì 06 gennaio - Epifania del Signore - Solennità


La gloria del Signore brilla sopra di te.

Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra,
nebbia fitta avvolge i popoli;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno le genti alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
I tuoi figli vengono da lontano,
le tue figlie sono portate in braccio.
Allora guarderai e sarai raggiante,
palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,
perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te,
verrà a te la ricchezza delle genti.
Uno stuolo di cammelli ti invaderà,
dromedari di Màdian e di Efa,
tutti verranno da Saba, portando oro e incenso
e proclamando le glorie del Signore. Is 60,1-6

Rit: Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.Sal 71

Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità.

Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero.
Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.Ef 3,2-3.5-6

Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. Mt 2,1-12
Commento
Una stella ha guidato i Magi fino a Betlemme perché là scoprissero “il re dei Giudei che è nato” e lo adorassero.
Matteo aggiunge nel suo Vangelo: “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono”.
Il viaggio dall’Oriente, la ricerca, la stella apparsa ai Magi, la vista del Salvatore e la sua adorazione costituiscono le tappe che i popoli e gli individui dovevano percorrere nel loro andare incontro al Salvatore del mondo. La luce e il suo richiamo non sono cose passate, poiché ad esse si richiama la storia della fede di ognuno di noi.
Perché potessero provare la gioia del vedere Cristo, dell’adorarlo e dell’offrirgli i loro doni, i Magi sono passati per situazioni in cui hanno dovuto sempre chiedere, sempre seguire il segno inviato loro da Dio.
La fermezza, la costanza, soprattutto nella fede, è impossibile senza sacrifici, ma è proprio da qui che nasce la gioia indicibile della contemplazione di Dio che si rivela a noi, così come la gioia di dare o di darsi a Dio. “Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia”.
Noi possiamo vedere la stella nella dottrina e nei sacramenti della Chiesa, nei segni dei tempi, nelle parole sagge e nei buoni consigli che, insieme, costituiscono la risposta alle nostre domande sulla salvezza e sul Salvatore.
Rallegriamoci, anche noi, per il fatto che Dio, vegliando sempre, nella sua misericordia, su chi cammina guidato da una stella ci rivela in tanti modi la vera luce, il Cristo, il Re Salvatore. La Chiesa.it