Giovedì - Is 54, 1-10; Sal. 29; Lc 7, 24-30.
Amore senza limiti.
Il brano di Isaia di oggi ci fa scoprire tutta la grandezza dell’amore del Signore verso Israele e verso ogni anima redenta dal suo Sangue. Come la vergogna della donna sterile o di quella abbandonata si cambierà in esultanza, perché diventerà madre di innumerevoli figli, così avverrà per il popolo eletto, quando il suo Dio si muoverà a salvarlo. La collera o la punizione di un momento si cambierà in un amore pieno di compassione e di benevolenza, nell’impegno di un amore eterno, sanzionato da un giuramento: “Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da me il tuo affetto”. La parola di Dio è sempre attuale e si rivolge a ciascuno di noi nelle situazioni varie della vita. Siamo sterili quando la nostra vita è vissuta lontano da Dio, dalla sua grazia. Allora tutte le opere di bene che compiamo non hanno alcun valore dinanzi al Signore che ricompensa solo ciò che è fatto per lui, con amore. Ma anche se nel tempo abbiamo perso la sua amicizia, con le nostre infedeltà e abbiamo disonorato in noi stessi e negli altri il nome santo di Dio, egli è sempre pronto al perdono. Anche la desolazione dello spirito, la aridità e il senso di abbandono del Signore vanno letti come correzione per sollecitarci al ritorno alla casa del Padre. Ma in queste situazioni di prova e sofferenza non dovremmo mai pensare a un Dio vendicativo, giustiziere: Egli è misericordia e amore. Siamo però chiamati a condividere con Gesù Salvatore il peso della croce che, accolta con amore, diventa partecipazione all’opera della redenzione, personale e comunitaria.
Giornale "A Sua Immagine" - commento di mons. Francesco Ruppi
Gesù fa l'elogio del profeta dell'avvento, Giovanni Battista dicendo che non è una canna agitata dal vento, non è un uomo avvolto in morbide vesti, ma è una quercia robusta e forte, mandato da Dio a preparare la strada per la venuta del Messia. Dice che non solo è un profeta, ma è più di un profeta e aggiunge: «tra i nati di donna, non c'è nessuno più grande di Giovanni». Il compito di Giovanni è quello di preparare la strada per l'arrivo del Signore; lui è il messaggero mandato da Dio innanzi, ad annunciare la necessità della penitenza, del cambiamento, a battezzare con l'acqua del Giordano, in attesa che venga colui che battezzerà nello Spirito Santo. La gente ascolta la parola di Cristo e crede alla missione di Giovanni Battista, mentre i farisei e i dottori della legge non le accettano, non si fanno battezzare e rendono vano il disegno della salvezza.
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