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La Vera Vite

Spirito Santo

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Corpus Domini

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Nel Corpo e nel Sangue di Gesù

Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.



Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy


Maria SS. di Montevergine

Maria SS. di Montevergine
Maria SS. di Montevergine

Ti seguitò Signore - Mons.Mario Frisina

lunedì 6 dicembre 2010

Riflessioni...Risonanze...scorriamo la II Settimana di Avvento

Lunedì - Is 35,1-10 Sal 84 Lc 5,17-26: Oggi abbiamo visto cose prodigiose.

I tuoi peccati ti sono rimessi.
E’ stato scritto che il profeta Isaia è il più grande poeta che noi conosciamo. Peccato che i suoi canti sono completamente ignorati dai nostri insegnanti di lettere e quindi dal grande pubblico degli studenti. Eppure le immagini hanno una immediatezza così vivida che sembra di toccarle con amano, viverle in prima persona. Nel brano odierno ci viene descritta una “via santa” che solo i puri e i saggi, i redenti, potranno percorrere. “Si rallegri il deserto e la terra arida; esulti e fiorisca la steppa”. La natura si veste di festa, gli animali perdono la loro ferocia, gli uomini si sentono pieni di energia correndo verso la libertà. E’ chiara l’allusione alla liberazione dalla schiavitù babilonese, considerata come un secondo Esodo. Eppure tutto questo vuol essere solo una figura. Si pensi che cosa sarà quando verrà la realtà: Essa non si farà attendere. Già il ritornello del salmo responsoriale ci fa ripetere: Ecco, il nostro Dio viene a salvarci”. La seconda lettura, il brano del vangelo di Luca ci presenta Gesù in azione: egli illumina con la sua predicazione suscitando simpatia e ammirazione tanto che la gente fa ressa per ascoltare il suo insegnamento. Annunzia la remissione dei peccati, offrendo come garanzia la guarigione immediata del paralitico calato davanti a Lui dal tetto. Lo stupore della gente per la guarigione del paralitico è grande, ma più meraviglia dovremmo avere per il potere che Gesù, come vero figlio di Dio, possiede, quello di perdonare i peccati. La malattia fisica ha il suo peso, senza dubbio, nella vita dell’uomo, ma quella spirituale che separa da Dio e rende degni di dannazione eterna, ha una valenza con conseguenze eterne. Questo potere Gesù lo lascia agli uomini perché nel suo nome siano rimessi i peccati. Una confessione fatta con sincerità e nel vivo desiderio di distruggere una vita di peccato ha più valore che far camminare un paralitico. Il cambiamento radicale del cuore ha effetti più strepitosi di quello di acquistare l’agilità delle gambe. Chi potrà mai dire quanti cambiamenti di vita, di condotta avvengono nel confessionale? Quando Charles Chautard, giovane incredulo e vagabondo nel mondo, si presentò al monaco per discutere su problemi della fede, questi gli disse: Inginocchiati e fa’ la tua confessione. Dopo non ci fu bisogno di discutere. Prese la via del deserto.

Giornale A Sua Immagine" - commento di mons. Francesco Ruppi



Mentre ci prepariamo alla festa dell'Immacolata e, subito dopo, a quella di Natale, il Signore ci fa sentire una parola di speranza, ma anche di gioia: la speranza viene dal fatto che Dio perdona i nostri peccati; la gioia, perché ci guarisce dalle tante paralisi, che ci impediscono di camminare verso Dio. L'episodio di Luca è sempre commovente, quando lo ascoltiamo in chiesa e quando lo leggiamo nell'evangelista della misericordia.
La gente a Cafarnao assiepa la casa di Pietro per portare i malati da tutta la Galilea, perciò dal tetto calano il lettuccio di un paralitico e Gesù gli dice una parola, per i farisei presenti, inaudita: «i tuoi peccati ti sono rimessi». Alle critiche che pretende di essere al posto di Dio, l'unico che può rimettere i peccati, Gesù non risponde con un discorso teologico, ma dice solo al paralitico: «alzati e cammina». Quando ci confessiamo avviene la stessa cosa: il Signore rimette i peccati e ci fa risorgere a vita nuova. E' un pressante invito a confessarci spesso, specie prima delle grandi feste e nel tempo di avvento, tempo di conversione e di penitenza.

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