Io credo che sei il Cristo, il Figlio di Dio.
In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa.
Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».
Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno».
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Gv 11,19-27
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«Una donna, di nome Marta, lo ospitò».
Nel Discorso 103 Sant’Agostino comincia col commentare così questo racconto:
«Marta lo accolse come si è soliti accogliere i pellegrini, e tuttavia accolse il Signore come serva, il Salvatore come inferma, il Creatore come creatura. Lo accolse pernutrirlo nella carne, mentre era lei che doveva essere nutrita nello spirito». Il commento è molto bello e non tende affatto a colpevolizzare Marta. Quasi colloquiando con lei Agostino le dice come di dare un tocco in più al suo affannarsi e le suggerisce di dare un orientamento escatologico al suo agire: orientarlo al riposo, alla contemplazione, che Maria ha già scelto. «O Marta, - esclama - sia detto con tua buona pace, tu, già benedetta per il tuo encomiabile servizio, come ricompensa per questa tua fatica domandi il riposo». Il richiamo di Gesù a Marta, tuttavia, è poiché si affanna e si agita per molte cose. Il suo è, perciò come un girare a vuoto.
Indicandole come necessaria una sola, quella di Maria, Gesù le domanda di dare un senso al suo agire e le dice che questo senso è l’incontro e lo stare con Lui. Tutto sommato, è questo il nostro stesso problema.
Dal Giornale "A Sua Immagine"
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